Ricevere una comunicazione di irregolarità dall’Agenzia delle Entrate in merito al modello 730 o alla dichiarazione IVA è un evento che può riguardare qualsiasi contribuente. Nella maggior parte dei casi si tratta di semplici sviste o errori materiali, ma è fondamentale agire tempestivamente per evitare conseguenze più gravi.
Il 3 luglio 2025, con il provvedimento n. 280268/2025, l’Agenzia ha avviato un nuovo ciclo di notifiche via PEC e nel cassetto fiscale relative a irregolarità nei modelli IVA 2024, frutto dell’incrocio tra i dati delle fatture elettroniche e dei corrispettivi trasmessi.
Vediamo nel dettaglio cosa controlla l’Agenzia, quali sono gli errori più frequenti e come è possibile mettersi in regola beneficiando della riduzione delle sanzioni.
Errori più frequenti nella dichiarazione IVA 2024
Le comunicazioni inviate ai contribuenti segnalano principalmente le seguenti anomalie:
- Mancata presentazione della dichiarazione IVA per l’anno 2024;
- Quadro VE non compilato o compilato in modo incompleto;
- Volume d’affari inferiore a 1.000 euro indicato in maniera incongruente;
- Quadro VJ non compilato nonostante operazioni soggette al meccanismo del reverse charge.
In particolare, l’Agenzia segnala l’assenza del quadro VE o la presenza di dati poco coerenti rispetto a quelli risultanti dalle fatture elettroniche. Il volume d’affari, ad esempio, deve corrispondere al totale del rigo VE50, comprensivo di eventuali cessioni di beni ammortizzabili (rigo VE40).
Anche il mancato utilizzo del quadro VJ in caso di operazioni soggette a inversione contabile (reverse charge) rappresenta un’anomalia significativa, in quanto indica un possibile inadempimento degli obblighi dichiarativi del cessionario/committente.
Come rispondere alle contestazioni e regolarizzare la posizione
Il contribuente che riceve la comunicazione ha diverse opzioni per mettersi in regola, in base alla propria situazione:
🔹 Dichiarazione non presentata
Chi non ha ancora inviato la dichiarazione IVA per il periodo d’imposta 2024 può farlo entro 90 giorni dalla scadenza del 30 aprile 2025, avvalendosi del ravvedimento operoso. In questo modo sarà possibile versare l’imposta dovuta con sanzioni e interessi ridotti, evitando accertamenti successivi.
🔹 Dichiarazione errata o incompleta
Chi ha già trasmesso la dichiarazione, ma si accorge di errori o dati mancanti, può inviare una dichiarazione integrativa, usufruendo anch’essa del ravvedimento previsto dall’art. 13 del D.Lgs. 472/1997, aggiornato dal D.Lgs. 87/2024.
Entrambe le procedure permettono al contribuente di sanare spontaneamente la propria posizione fiscale, con una significativa riduzione delle sanzioni amministrative.
Come comportarsi in caso di contestazione
La comunicazione ricevuta contiene:
- Il codice atto e la data della contestazione;
- Il periodo d’imposta di riferimento;
- Le anomalie riscontrate;
- Le istruzioni operative per replicare alla segnalazione o regolarizzare la dichiarazione.
È fondamentale leggere con attenzione la comunicazione, consultare la documentazione fiscale in proprio possesso e, se necessario, valutare la presentazione di una dichiarazione correttiva nei termini previsti.