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Criptovalute, dal 2026 stop all’anonimato: nuovi controlli fiscali dell’Agenzia delle Entrate su wallet e transazioni

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Criptovalute verso la fine dell’anonimato: dal 2026 parte la rivoluzione fiscale

Dal 1° gennaio 2026 il mondo delle criptovalute entrerà in una nuova era: quella della piena tracciabilità fiscale.
L’Agenzia delle Entrate, grazie all’integrazione tra Carf, Dac8 e Micar, avrà accesso ai dati di chi possiede o scambia Bitcoin e altri asset digitali. Una svolta storica che mette fine al concetto – ormai superato – di anonimato nel settore crypto.

La società internazionale spinge nella stessa direzione: maggiore trasparenza, lotta all’evasione e tutela degli investitori.


Cos’è il Carf e come cambierà il controllo sulle criptovalute

Il Crypto-Asset Reporting Framework (Carf) è il sistema sviluppato dall’OCSE per monitorare a livello globale tutte le transazioni in criptovalute.
L’Italia, insieme ad altri 47 Paesi, ha aderito alla fase attuativa e si prepara ad applicare integralmente le regole.

Il Carf introduce:

  • rendicontazione fiscale obbligatoria per tutti gli asset digitali;
  • raccolta e scambio automatico di informazioni tra Stati;
  • emersione di tutte le transazioni, con lo scopo di contrastare speculazioni e attività illecite.

Le amministrazioni fiscali, compresa l’Agenzia delle Entrate, dovranno rendere pienamente operativo il sistema entro il 2027.


Dac8: l’UE anticipa tutti e obbliga gli operatori a identificare gli utenti

L’Unione Europea non ha atteso il 2027. Con l’entrata in vigore della direttiva Dac8 nel 2026, scatta l’obbligo per tutti gli operatori crypto di:

  • identificare gli utenti,
  • verificare la residenza fiscale,
  • comunicare a Fisco e autorità competenti saldo e movimenti dei wallet.

Questo significa che:

👉 nessun wallet sarà più anonimo
👉 tutte le operazioni saranno tracciate, come un normale conto bancario.


Micar: regole più rigide per piattaforme e fornitori di servizi crypto

Accanto a Carf e Dac8, arriva il regolamento europeo Micar (Markets in Crypto-Assets Regulation), il primo quadro normativo organico per i servizi legati agli asset digitali.

Le piattaforme CASP (Crypto-Asset Service Providers) dovranno:

  • richiedere autorizzazioni specifiche,
  • rispettare requisiti patrimoniali e controlli rafforzati,
  • cooperare con l’Agenzia delle Entrate e le autorità europee.

Non basterà più permettere l’acquisto e la vendita di Bitcoin: i CASP diventeranno veri intermediari vigilati, come banche e società finanziarie.


Cosa vedrà l’Agenzia delle Entrate dal 2026

Con l’incrocio tra le nuove normative:

✔ l’Agenzia potrà conoscere saldo e transazioni di chiunque possieda criptovalute
✔ i movimenti saranno trasmessi automaticamente dai provider
✔ gli operatori crypto saranno responsabili dell’identificazione degli utenti
✔ l’anonimato tipico dei wallet perderà definitivamente valore

È un cambiamento paragonabile alla fine del segreto bancario nei paradisi fiscali.


Fine di un’epoca: il mercato delle criptovalute diventa trasparente

Per anni il settore crypto è stato un territorio quasi privo di regole, caratterizzato da:

  • anonimato,
  • volatilità estrema,
  • guadagni improvvisi,
  • truffe e scandali.

Dal 1° gennaio 2026 questa stagione si chiude:
il mercato diventa tracciabile, regolato e molto più simile ai sistemi finanziari tradizionali.

I wallet cripto saranno visibili al Fisco e ogni movimento dovrà emergere.


Conclusione

La rivoluzione normativa non penalizza chi investe correttamente, ma mira a:

  • tutelare gli investitori,
  • prevenire rischi sistemici,
  • contrastare evasione e riciclaggio,
  • consolidare un mercato affidabile.

Il 2026 segna l’inizio di un nuovo corso: la criptovaluta non è più un territorio “senza legge”, ma un settore regolamentato e osservato da vicino.

Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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