Dal prossimo anno scolastico, anche gli studenti delle scuole superiori non potranno più utilizzare il telefono cellulare durante le attività didattiche e, in generale, durante l’orario scolastico. Lo stabilisce una circolare firmata dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che estende il divieto già in vigore nel primo ciclo anche al secondo.
La decisione si basa su solide evidenze scientifiche che indicano come un uso eccessivo o scorretto dello smartphone influisca negativamente sulla salute mentale, sul benessere psicologico e sulle performance scolastiche degli adolescenti. Secondo il Ministero, l’intervento è “necessario” per garantire un ambiente scolastico favorevole all’apprendimento e alla crescita.
In base alla circolare, le scuole dovranno aggiornare i propri regolamenti interni e il patto di corresponsabilità educativa, prevedendo sanzioni per gli studenti che non rispettano il divieto. Le modalità sanzionatorie saranno definite da ciascun consiglio d’istituto, nel rispetto dell’autonomia scolastica, ma dovranno attenersi agli indirizzi fissati a livello ministeriale.
Il divieto non sarà assoluto. Sono previste alcune eccezioni, tra cui:
La circolare richiama diversi studi internazionali. Il rapporto OCSE 2024 evidenzia come l’abuso di smartphone e social network sia correlato a un calo del rendimento scolastico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala un aumento della dipendenza da dispositivi digitali tra i giovani, con conseguenze sul sonno, la socializzazione e la gestione emotiva.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, un adolescente su quattro ha un uso problematico del cellulare, con effetti concreti sul benessere psicofisico e sul rendimento. In alcuni casi, l’abuso dei dispositivi può contribuire all’insorgenza di fenomeni come l’hikikomori, ovvero l’isolamento sociale volontario.
L’85% degli adolescenti tra gli 11 e i 19 anni possiede un profilo social. Nella fascia 17-19 anni la percentuale sale oltre il 97%. Le ragazze risultano più attive dei coetanei maschi, con un divario territoriale che vede prevalere le regioni del Sud.
Il web rappresenta uno spazio centrale per le relazioni, ma anche un possibile veicolo di ansia sociale. L’interazione con comunità digitali occasionali o sconosciute può compromettere la costruzione dell’identità personale, influenzando l’autostima e la qualità della vita.
Il divieto mira a promuovere un uso consapevole e responsabile della tecnologia, riconoscendo al tempo stesso il valore educativo degli strumenti digitali se usati con criterio. L’obiettivo è creare ambienti scolastici più sani, migliorare l’attenzione e favorire relazioni autentiche tra studenti e docenti.