La Commissione Cultura approva l’emendamento Lega: vietata l’educazione sessuale alle elementari e alle medie. Alle superiori sarà consentita solo con l’autorizzazione scritta delle famiglie. Scoppia la polemica tra governo e opposizioni.
È bufera politica sulla scuola. La Commissione Cultura della Camera ha approvato un emendamento della Lega che introduce un divieto all’educazione sessuale nelle scuole primarie e secondarie di primo grado (elementari e medie), limitandola alle scuole superiori e solo previa autorizzazione esplicita dei genitori.
Il provvedimento, inserito nel disegno di legge sul consenso informato, vieta inoltre la partecipazione di “attivisti ideologizzati” o “esperti esterni” in progetti educativi destinati ai più giovani.
Secondo l’emendamento, nei licei e istituti superiori l’educazione sessuale potrà essere effettuata solo se le famiglie forniscono il proprio consenso informato e solo dopo aver ricevuto dettagli chiari sui contenuti trattati e sul materiale didattico utilizzato.
Alle scuole elementari e medie, invece, la pratica verrà del tutto vietata.
La Lega difende la misura parlando di “buon senso” e di necessità di proteggere il ruolo educativo dei genitori, evitando ogni forma di indottrinamento.
La reazione del Partito Democratico e di Più Europa è stata immediata. Alessandro Zan ha definito la proposta “un ritorno al Medioevo”, mentre Cecilia D’Elia ha parlato di una “norma oscurantista e lesiva dell’autonomia scolastica”.
Secondo l’opposizione, l’Italia si allontana sempre di più dal resto d’Europa, dove l’educazione sessuale è invece garantita già in età scolare.
Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, ha ricordato che nella Legge di Bilancio 2024 era stato approvato un emendamento a favore dell’educazione affettiva, poi disatteso nei fatti.
Rossano Sasso, deputato leghista e relatore della proposta, ha risposto alle critiche affermando che la norma non vieta l’educazione sessuale, ma la regola in modo più chiaro.
Secondo la Lega, “i genitori devono sapere cosa viene insegnato ai loro figli” e l’informazione sessuale deve rimanere ancorata alle linee guida ufficiali, che includono già tematiche su empatia, relazioni e rispetto.
L’associazione Pro Vita & Famiglia ha sostenuto l’emendamento definendolo “democratico e rispettoso delle famiglie”.
Parallelamente al dibattito sull’educazione sessuale, il Senato ha approvato in prima lettura il decreto che riforma l’esame di Stato, reintroducendo ufficialmente il nome “Maturità”.
Il ministro Valditara ha parlato di un ritorno alla serietà e alla centralità della scuola. Le opposizioni, però, denunciano l’assenza di confronto con la comunità scolastica.
La scuola torna al centro dello scontro politico. Da un lato la maggioranza, che punta a riforme identitarie e più conservative, dall’altro le opposizioni, che accusano il governo di arretramento culturale e sociale.
Il dibattito parlamentare sulla proposta di legge e sul decreto Maturità continuerà nelle prossime settimane, tenendo alta l’attenzione su temi delicati come educazione, libertà scolastica e ruolo delle famiglie.