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Partite IVA, adesso anche escort e sex worker possono emettere fattura: ecco cosa cambia, tra privacy e legalità

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Dal 1° aprile 2025 entra in vigore il nuovo codice Ateco per escort e professionisti del sesso. Apertura alle Partite IVA, ma restano forti dubbi su privacy dei clienti e compatibilità con la legge Merlin.

Sta facendo discutere l’introduzione ufficiale del nuovo codice Ateco 96.99.22, denominato “servizi di incontro ed eventi simili”. A partire dal 1° aprile 2025, sarà possibile per escort, sex worker e figure professionali legate ai servizi sessuali aprire una partita IVA e operare regolarmente dal punto di vista fiscale. La decisione, presa in conformità agli standard europei (NACE Rev. 2.1), apre una nuova fase, tra novità fiscali, rischi legali e interrogativi etici e sociali.


Cosa prevede il nuovo codice Ateco 96.99.22

Secondo la classificazione ISTAT, il codice identifica le attività economiche relative alla fornitura o organizzazione di servizi sessuali, inclusa l’attività di accompagnamento, la gestione di locali per incontri e altre prestazioni legate alla sfera erotico-sessuale.

Tuttavia, in Italia la prostituzione non è reato, ma sono vietati lo sfruttamento, il favoreggiamento e la gestione di attività altrui a scopo sessuale, come stabilito dalla storica Legge Merlin del 1958. Questo rende la misura particolarmente delicata: il codice Ateco in sé non legalizza la prostituzione, ma consente la regolarizzazione fiscale di attività che in molti casi si collocano ai margini della normativa.


Escort e sex worker con Partita IVA: come funziona?

L’inquadramento fiscale tramite Partita IVA permette agli operatori di settore di:

  • aderire al regime forfettario o ordinario;
  • emettere fatture;
  • versare i contributi previdenziali all’INPS;
  • adempiere agli obblighi fiscali verso l’Agenzia delle Entrate.

Una mossa che mira a contrastare l’evasione e a portare alla luce una parte sommersa dell’economia italiana, ma che non è priva di criticità.


Privacy dei clienti: fattura sì, ma con riserbo?

Uno dei punti più delicati è la tutela della privacy dei clienti. Se da un lato il sex worker ha diritto (e ora anche l’obbligo) di fatturare il servizio, dall’altro si pone il tema della riservatezza. Come già accade per le prestazioni sanitarie o legali, ci si chiede se anche in questo caso sarà possibile evitare la fattura elettronica tramite SDI, per proteggere i dati sensibili dei clienti.

Le fatture potrebbero essere cartacee o trasmesse con modalità che escludano la visibilità del contenuto da parte di terzi, per evitare la violazione della privacy.


Cosa dice l’ISTAT: il codice è a fini statistici e fiscali

L’ISTAT ha precisato che il nuovo codice Ateco rientra in un aggiornamento della classificazione internazionale NACE Rev. 2.1, adottata dall’Unione Europea. Questo aggiornamento serve per uniformare le statistiche economiche tra gli Stati membri, ma non rappresenta un’autorizzazione a svolgere attività vietate dalla normativa nazionale.

In altre parole, il codice permette un inquadramento fiscale di attività già esistenti e spesso svolte in forma irregolare, ma non supera i limiti imposti dalla legge italiana, che resta vincolante.


Legalità, sfruttamento e tutela dei lavoratori

Molti esperti di diritto si interrogano sul possibile rischio di sfruttamento e sull’ambiguità di questa apertura. Da un lato, si vuole tutelare chi esercita volontariamente; dall’altro, si teme che il codice possa diventare un paravento legale per chi organizza e lucra sull’attività altrui, violando le norme sul favoreggiamento.

Il tema della libertà individuale si scontra quindi con quello della tutela sociale, specialmente nei casi in cui siano coinvolti soggetti fragili o economicamente dipendenti.


Conclusioni: una svolta con molte zone grigie

La possibilità per escort e sex worker di aprire Partita IVA rappresenta una svolta storica in Italia, con importanti conseguenze su fisco, legalità e privacy. Ma lascia aperti molti interrogativi, soprattutto sul confine tra regolarizzazione e favoreggiamento, e sulle garanzie a tutela della libertà di scelta dei lavoratori del settore.

Per ora, il consiglio è di valutare con attenzione ogni implicazione, affidandosi a consulenti fiscali e legali esperti, e monitorare gli sviluppi normativi che seguiranno a questa discussa apertura.

Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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