Con la riforma fiscale introdotta dal Decreto Legislativo 108/2024, l’Agenzia delle Entrate dice addio al redditometro e introduce un nuovo strumento di verifica: l’evasometro. Più preciso, automatizzato e mirato, l’evasometro consente controlli fiscali basati su analisi incrociate e intelligenza artificiale. Ma chi rischia davvero e come funzionano i nuovi accertamenti?
Il redditometro, lo strumento che permetteva al Fisco di confrontare il reddito dichiarato con quello “presunto” in base a spese sostenute, è stato ufficialmente abolito. Non verranno più esaminati parametri come:
Il nuovo strumento dell’Agenzia delle Entrate, però, non elimina i controlli: li rende più selettivi, mirati e legati al rischio reale di evasione.
L’evasometro si basa sull’analisi incrociata dei dati fiscali e finanziari del contribuente. Le fonti principali sono:
Questi dati, elaborati anche con sistemi di intelligenza artificiale, attribuiscono al contribuente un punteggio di rischio fiscale. Chi ha un profilo ad alto rischio può finire nelle liste selettive per gli accertamenti.
Per far scattare un controllo con l’evasometro è necessario superare due soglie:
Solo se entrambe le soglie sono superate, il Fisco potrà procedere con un accertamento fiscale.
L’evasometro utilizza tecnologie avanzate per ridurre gli errori e migliorare la selezione dei contribuenti da controllare. Inoltre, il contribuente potrà difendersi dimostrando:
Una delle categorie sotto osservazione è quella dei contribuenti con debiti fiscali superiori a 50.000 euro. In particolare, sono a rischio coloro che:
Il monitoraggio mensile dei flussi finanziari, richiesto dalla Guardia di Finanza, rafforzerà ulteriormente il controllo a partire dal 2025.
Dal prossimo anno entrerà in funzione anche il sistema Silver Notice, un meccanismo di cooperazione con oltre 50 Paesi che consente di accedere ai dati patrimoniali all’estero. Questo permetterà al Fisco italiano di: