Il caso della cosiddetta “famiglia del bosco” di Palmoli ha riaperto un dibattito complesso: quando lo Stato può intervenire nella vita privata di una famiglia? E in quali circostanze può addirittura sospendere la responsabilità genitoriale e allontanare i figli da casa?
La vicenda — tre bambini collocati in casa famiglia insieme alla madre, dopo un’intossicazione da funghi e una serie di comportamenti giudicati gravemente pregiudizievoli — ha scosso l’opinione pubblica. Ma per capire perché il Tribunale è intervenuto, serve ripercorrere cosa prevede davvero la legge italiana.
Essere genitori, in Italia, non è un diritto assoluto: è una responsabilità giuridica che può essere limitata o revocata quando il benessere dei minori è in pericolo.
La trasformazione della normativa è stata profonda:
Non è un semplice cambio di nome: la prospettiva si ribalta.
Al centro non ci sono più i poteri dei genitori, ma i diritti dei figli.
L’articolo 315-bis c.c. stabilisce che ogni minore ha diritto a essere:
nel rispetto delle sue capacità e aspirazioni.
La responsabilità appartiene a entrambi i genitori (art. 316 c.c.) e deve essere esercitata di comune accordo.
Il diritto italiano prevede due strumenti principali di tutela dei minori:
Scatta nei casi più gravi, quando i genitori violano o trascurano i loro doveri con grave pregiudizio per il minore.
Utilizzato per situazioni meno estreme, ma comunque dannose o potenzialmente pericolose:
il giudice può limitare la responsabilità senza eliminarla del tutto.
Entrambi gli articoli hanno un unico obiettivo: proteggere il minore, anche in via preventiva.
La vicenda si avvia nel settembre 2024, quando la famiglia si presenta in ospedale per una intossicazione da funghi. In situazioni del genere, il personale sanitario è tenuto — per legge — a segnalare eventuali rischi alla Procura Minorile. Lo ha ricordato anche l’ordinanza n. 405/2025 del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila.
I servizi sociali vengono attivati per verificare:
Ma, secondo il Tribunale, la famiglia si oppone a qualsiasi forma di collaborazione.
Secondo l’ordinanza, i genitori:
Una richiesta che i giudici hanno definito una strumentalizzazione dei minori.
Inoltre, la casa è stata ritenuta “disagevole e insalubre”, valutazione che non riguarda uno stile di vita alternativo, ma un rischio concreto per la salute dei bambini.
Il 13 novembre 2025, dopo diversi tentativi di mediazione, è arrivata la decisione: i minori vengono temporaneamente collocati in una casa famiglia, insieme alla madre.
Uno dei punti più discussi dell’ordinanza riguarda l’istruzione. La famiglia aveva scelto di non mandare i figli a scuola, ma il Tribunale ha precisato che:
Il problema riguarda invece la mancanza di vita di relazione, diritto tutelato dall’art. 2 della Costituzione.
Secondo la letteratura scientifica, tra i 6 e gli 11 anni la relazione con i pari è fondamentale per lo sviluppo:
La totale assenza di interazione è stata definita come “rischio di deprivazione”.
La partecipazione dei bambini alla trasmissione Le Iene ha aggravato la posizione dei genitori.
L’ordinanza rileva una violazione delle norme che vietano di:
Il Tribunale parla di “nuova inadeguatezza genitoriale”, ancora più grave delle condizioni abitative.
La responsabilità genitoriale è stata sospesa, non revocata.
Il Tribunale precisa che si tratta di una misura temporanea per proteggere i minori da rischi:
I genitori possono riottenere la responsabilità se:
La competenza spetta al Tribunale per i Minorenni, organismo specializzato che valuta:
La sua funzione non è “punire i genitori”, ma proteggere i bambini.
Il caso di Palmoli riaccende una questione complessa:
fino a che punto lo Stato può entrare nella vita privata di una famiglia?
La legge traccia confini precisi, ma il dibattito resta aperto, perché dietro ogni procedimento ci sono:
Ed è questa la parte che nessuna normativa potrà mai semplificare del tutto.