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Forze Armate, in arrivo aumenti in busta paga fino a 120 euro e arretrati da 1.250 euro: ecco cosa prevede il nuovo contratto

Buone notizie per circa 300.000 militari italiani: con il D.P.R. 24 marzo 2025, n. 52, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 91 del 18 aprile 2025, è stato ufficialmente recepito il nuovo contratto delle Forze Armate relativo al triennio 2022-2024. Il provvedimento introduce aumenti stipendiali, arretrati, e nuove indennità specifiche, con un impatto concreto sulle buste paga di maggio.


Aumenti in busta paga: fino a 120 euro netti al mese

Il nuovo contratto prevede un incremento netto che varia da 100 a 120 euro mensili, in base a grado e anzianità di servizio. L’aumento medio si attesta intorno ai 110 euro al mese.

La modifica interviene sul coefficiente base, senza alterare le tabelle stipendiali, ma con effetti positivi anche sulla pensione futura, poiché incide sul calcolo della retribuzione lorda.


Arretrati in arrivo: 1.250 euro medi in un cedolino straordinario

Il decreto riconosce anche gli arretrati relativi al 2024 e ai primi mesi del 2025. Questi verranno versati con un cedolino straordinario a maggio, separato dalla normale busta paga.

L’importo medio degli arretrati è di 1.250 euro, ma sarà decurtato delle somme già corrisposte come:

  • l’indennità di vacanza contrattuale (0,5%);
  • l’anticipo per il rinnovo del contratto (3,35%).

Indennità speciali per ruoli ad alto rischio e responsabilità

Sono previsti aumenti significativi delle indennità per specifici ruoli ad alto contenuto tecnico o rischio operativo:

  • Equipaggi di volo e sperimentatori: +155% dell’indennità;
  • Operatori subacquei: incrementi per operazioni in ambienti ostili;
  • Personale cyber: l’indennità operativa passa al 55% del valore base.

Questi adeguamenti valorizzano le competenze tecniche, il rischio professionale e l’importanza strategica dei ruoli.


Le critiche dei sindacati: aumenti insufficienti contro l’inflazione

Nonostante i benefici economici, le principali sigle sindacali hanno espresso riserve sul nuovo contratto. Il motivo? Gli aumenti non compensano la perdita del potere d’acquisto registrata negli ultimi anni.

Solo nel 2023 l’inflazione è aumentata del 17% secondo i dati ISTAT, una crescita ben superiore agli adeguamenti salariali concessi.

Inoltre, il contratto non affronta in modo risolutivo temi cruciali come:

  • l’adeguamento delle indennità accessorie;
  • il miglioramento delle condizioni di lavoro.

Conclusioni

Il nuovo contratto delle Forze Armate 2025 rappresenta un importante passo avanti per il personale militare, con aumenti reali in busta paga e il riconoscimento di arretrati significativi. Tuttavia, restano aperte questioni legate all’inflazione e al benessere lavorativo. Una riforma apprezzata ma ancora parziale.

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