Con la Manovra 2026, i fringe benefit potrebbero raddoppiare fino a 4.000 euro esentasse per chi ha figli a carico. In arrivo anche novità sui premi di produttività e sulla welfarizzazione.
I fringe benefit sono compensi non monetari erogati dal datore di lavoro sotto forma di beni o servizi. Possono includere auto aziendali, buoni pasto, rimborsi per utenze domestiche, polizze sanitarie, buoni carburante e molto altro.
Questi benefit hanno una funzione strategica: migliorare il benessere dei dipendenti, aumentare la loro fidelizzazione e attrarre nuovi talenti. Sono una leva fiscale e motivazionale che molte aziende italiane, grandi e piccole, stanno adottando.
Attualmente, i fringe benefit non sono soggetti a IRPEF né a contributi previdenziali entro una soglia stabilita dalla legge:
Tuttavia, se si supera anche solo di 1 euro la soglia prevista, l’intero importo diventa imponibile. Per questo motivo, è importante monitorare con precisione il valore dei benefit erogati, spesso con l’ausilio di piattaforme digitali dedicate al welfare aziendale.
Nella bozza della Legge di Bilancio 2026, il Governo Meloni ha previsto un potenziamento strutturale dei fringe benefit, con il raddoppio delle soglie di esenzione:
Questo cambiamento significherebbe bonus esentasse più alti, maggiore flessibilità per le aziende nel supportare i propri dipendenti e un aumento del potere d’acquisto per le famiglie.
Oltre ai fringe benefit, la Manovra 2026 prevede novità anche per i premi di produttività. Se convertiti in beni o servizi di welfare aziendale, questi non saranno soggetti a tassazione. La cosiddetta welfarizzazione consente quindi al dipendente di ottenere un vantaggio netto maggiore e all’azienda di ridurre i costi fiscali.
Attualmente, per chi ha un reddito fino a 80.000 euro, i premi di produttività godono già di un’imposta sostitutiva agevolata al 5%, valida fino al 2027.
Con i nuovi tetti di esenzione, le aziende potranno offrire un ventaglio più ampio di fringe benefit, tra cui:
La misura fa parte della bozza della Manovra 2026 e dovrà passare al vaglio del Parlamento e della Commissione Europea, anche per verificarne l’impatto fiscale e la compatibilità con le norme sugli aiuti di Stato. Se approvata, entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026.
Con il raddoppio delle soglie dei fringe benefit e le nuove regole per la welfarizzazione dei premi, il 2026 si profila come l’anno della svolta per il welfare aziendale in Italia. Un’opportunità concreta per migliorare il rapporto tra aziende e dipendenti, valorizzare il lavoro e aumentare il benessere collettivo.