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Indennità di accompagnamento INPS 2025: requisiti, importo e come fare ricorso in caso di rifiuto

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L’indennità di accompagnamento è un contributo economico fondamentale per le persone con disabilità grave, che necessitano di assistenza continua. Dal 1° gennaio 2025, l’importo mensile aggiornato è di 542,02 euro per 12 mensilità, esente da IRPEF e non soggetto a limiti di reddito. Ma cosa succede in caso di rigetto da parte dell’INPS? E quali sono i requisiti aggiornati per ottenerla?

A chi spetta l’indennità di accompagnamento 2025

Possono richiedere l’indennità:

  • cittadini italiani o europei residenti in Italia;
  • cittadini extra-UE con permesso di soggiorno di lungo periodo;
  • persone con invalidità civile al 100%;
  • soggetti non in grado di deambulare autonomamente o che necessitano di assistenza per svolgere gli atti quotidiani della vita (vestirsi, nutrirsi, lavarsi);
  • soggetti residenti stabilmente in Italia;
  • over 65 con difficoltà persistenti legate all’età.

Come presentare domanda all’INPS

  1. Rivolgersi al medico di base per ottenere il certificato medico introduttivo;
  2. Inviare la domanda in via telematica tramite:
    • il portale INPS con SPID, CIE o CNS;
    • un patronato (gratuitamente);
    • associazioni accreditate (es. ANMIC, ENS, UIC, ANFASS).

🔎 Attenzione: Il certificato medico deve indicare chiaramente una delle due formule:

  • “persona impossibilitata a deambulare”
  • “persona che necessita di assistenza continua”.

La certificazione deve contenere: dati anagrafici, diagnosi dettagliata, eventuali referti clinici. Il documento ha validità 90 giorni e può costare dai 50 ai 100 euro.


Visita medica e tempi di risposta

Dopo l’invio della domanda, l’INPS convoca il richiedente per una visita da parte della Commissione Medica ASL. Grazie al Decreto Disabilità 62/2024, la procedura deve concludersi entro 90 giorni, salvo richieste di approfondimenti documentali (massimo prorogabili per altri 60 giorni).

Per le patologie oncologiche, la risposta deve arrivare entro 15 giorni. In questi casi, è sufficiente il solo certificato medico specialistico per accedere alle prestazioni assistenziali.


Cosa fare in caso di rifiuto dell’indennità

Se l’INPS rigetta la richiesta, il cittadino ha sei mesi di tempo dalla notifica per presentare ricorso al Tribunale del lavoro con il supporto di un avvocato. Il giudice nomina un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) che effettua una nuova valutazione sanitaria (accertamento tecnico preventivo).

A seconda dell’esito:

  • Esito favorevole: l’INPS ha 30 giorni per accettare e il tribunale omologa la decisione;
  • Esito sfavorevole: il ricorrente può fare opposizione entro 30 giorni e proseguire con un ulteriore ricorso.

Gratuito patrocinio: chi può richiederlo

Il gratuito patrocinio legale è previsto per chi ha un reddito imponibile IRPEF non superiore a 12.838,01 euro (dato aggiornabile ogni due anni). Si considerano anche i redditi del coniuge e dei familiari conviventi.


Conclusioni

L’indennità di accompagnamento rappresenta un diritto fondamentale per chi vive una condizione di disabilità grave. Se ritenete di avere i requisiti ma avete ricevuto un diniego dall’INPS, non arrendetevi: il ricorso è possibile e spesso risolutivo. Affidarsi a un patronato o a un legale specializzato può fare la differenza.

Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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