Con l’approvazione della nuova riforma sul maltrattamento animale, il legislatore italiano introduce un cambio di passo storico nella tutela degli animali. Le modifiche al Codice Penale rafforzano significativamente le pene per i reati contro gli animali, rivedendo le sanzioni esistenti e introducendo nuovi divieti a livello nazionale.
Il Codice Penale cambia nome e prospettiva
Il titolo IX-bis del Codice Penale non si intitola più “Dei delitti contro il sentimento dell’uomo per gli animali”, ma “Dei delitti contro gli animali”. Un cambiamento che sancisce il riconoscimento dell’animale come soggetto giuridico tutelato in sé, indipendentemente dalla percezione umana.
Sanzioni più dure e nuovi reati
La riforma prevede un inasprimento delle pene e un’estensione delle condotte sanzionabili:
- Maltrattamento di animali: fino a 2 anni di reclusione, anche in assenza di lesioni gravi. Sanzione minima: 6 mesi.
- Uccisione di animali: da 6 mesi a 3 anni e multa da 5.000 a 30.000 euro. In caso di sevizie o sofferenze prolungate, la pena arriva a 4 anni e 60.000 euro.
- Detenzione incompatibile: chi tiene animali in condizioni inadeguate o di grave sofferenza rischia multe da 5.000 a 10.000 euro.
- Uccisione di animali altrui: chi uccide più di tre animali appartenenti a greggi o animali bovini/equini rischia da 1 a 4 anni.
- Combattimenti tra animali: pena da 2 a 4 anni, estesa anche a chi partecipa o favorisce, anche solo con compiti logistici.
- Spettacoli vietati: per eventi che causano sevizie o strazio agli animali, multa da 15.000 a 30.000 euro.
Le pene aumentano di un terzo se i fatti avvengono alla presenza di minori, coinvolgono più animali o vengono diffusi online.
Novità specifiche: cani alla catena, pellicce e animali sequestrati
Tra le innovazioni più significative:
- Divieto nazionale di tenere i cani alla catena, con sanzioni da 500 a 5.000 euro;
- Vietato l’uso commerciale delle pellicce di gatto domestico;
- Proibito l’abbattimento degli animali coinvolti in procedimenti penali: devono essere custoditi fino alla conclusione del processo.
Nuovo ruolo per le associazioni animaliste
Con l’introduzione dell’articolo 260-bis del Codice di Procedura Penale, le associazioni riconosciute potranno:
- Richiedere il riesame del sequestro per garantire il benessere degli animali;
- Ottenere l’affido definitivo dietro cauzione.
Una svolta nel diritto animale italiano
Le associazioni animaliste hanno accolto la riforma come una svolta epocale, in linea con l’articolo 9 della Costituzione e con gli orientamenti consolidati della giurisprudenza. Gli animali, ora, non sono più solo oggetto di “sentimento umano”, ma soggetti attivi di tutela giuridica.