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Autovelox non omologato? Multe annullabili e niente decurtazione punti: la nuova sentenza della Cassazione

Chi ha ricevuto una multa per eccesso di velocità rilevata da un autovelox non omologato potrebbe avere diritto all’annullamento della sanzione. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con una recente ordinanza che potrebbe aprire la strada a migliaia di ricorsi in tutta Italia.

La sentenza, pubblicata il 14 maggio 2025 (ordinanza n. 1332/2025), ha ribadito un principio giuridico già espresso in precedenti pronunce: l’omologazione dell’autovelox è condizione necessaria per la validità delle multe. La semplice approvazione del dispositivo non basta a legittimare la sanzione né la decurtazione dei punti patente.

Cosa cambia per le multe elevate con strumenti non omologati

La differenza tra approvazione e omologazione è centrale nella pronuncia.

  • L’approvazione è una valutazione tecnica che riguarda la conformità del dispositivo ai requisiti di base, solitamente rilasciata in fase di immissione sul mercato.
  • L’omologazione, invece, è un processo più approfondito che certifica la precisione, affidabilità e legalità della rilevazione, rendendo le prove raccolte valide ai fini giuridici.

Secondo la Cassazione, solo l’omologazione garantisce il rispetto dell’art. 142 del Codice della Strada, e in sua assenza i verbali sono nulli, come dimostrato dall’annullamento di 13 multe e dal ripristino dei punti patente a favore di un automobilista.

Il contrasto con la circolare del Ministero e il decreto “sospeso”

Nel gennaio 2025, una circolare del Ministero dell’Interno aveva cercato di equiparare, in via interpretativa, l’approvazione all’omologazione. Tuttavia, la Corte ha chiarito che le circolari non hanno valore normativo e non possono modificare una disposizione di legge. Di conseguenza, l’omologazione rimane imprescindibile.

Nel tentativo di sanare la situazione, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva elaborato un nuovo schema di decreto contenente sette articoli e un allegato tecnico, con l’obiettivo di regolamentare omologazione, taratura e verifica degli strumenti autovelox. Tuttavia, il decreto è stato sospeso nel marzo 2025 a causa di criticità evidenziate proprio nelle disposizioni transitorie.

Cosa prevedeva il decreto e perché è stato bloccato

Il testo sospeso prevedeva che tutti i dispositivi approvati dal 13 giugno 2017 fossero considerati omologati d’ufficio, in quanto già rispondenti ai requisiti previsti dal D.M. n. 282/2017. L’intento era evitare ricorsi e annullamenti in massa delle sanzioni elevate con tali apparecchi.

Tuttavia, dai dati ufficiali è emerso che solo 12 modelli su oltre 100 attualmente in funzione in Italia avrebbero potuto beneficiare di questa omologazione automatica. Il rischio, quindi, era quello di invalidare migliaia di multe emesse da dispositivi approvati ma non omologati, con gravi ripercussioni sui bilanci dei Comuni.

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