Non pagare le multe può avere conseguenze gravi, che vanno ben oltre le semplici maggiorazioni. Chi accumula sanzioni per violazioni del Codice della Strada rischia infatti misure esecutive come il pignoramento del conto corrente, il fermo amministrativo del veicolo o addirittura l’ipoteca sulla casa. Tuttavia, esistono strumenti legali per contestare tali azioni, purché si rispettino tempi e modalità.
Alla ricezione del verbale, il cittadino ha 5 giorni per il pagamento ridotto del 30% e 60 giorni per saldare l’importo pieno. Decorso questo termine, viene avviata la procedura per la cartella esattoriale, che include interessi, spese e sanzioni aggiuntive.
Nel dettaglio, il Comune o la Prefettura trasmette il ruolo all’Agenzia delle Entrate Riscossione entro cinque anni dalla violazione. Quest’ultima notifica la cartella di pagamento, da saldare o impugnare entro 60 giorni.
Il contribuente può ricorrere in caso di errori formali o sostanziali. Tra i principali vizi contestabili figurano:
Trascorsi 60 giorni dalla notifica della cartella, il debito diventa esecutivo. A quel punto possono scattare:
Esistono però delle esenzioni. Il fermo non si applica:
È possibile rateizzare il debito in rate non inferiori a 50 euro, ottenendo:
Il decadimento dai benefici avviene se non si versano più rate, anche non consecutive.
Le multe non si prescrivono immediatamente. Il termine è di 5 anni, ma ogni sollecito o notifica lo interrompe. Attenzione anche al termine tra l’iscrizione a ruolo e la cartella: non deve superare i 2 anni, pena la decadenza dell’azione esecutiva.