Il contrasto alla pirateria digitale compie un salto di qualità in Italia. Dopo anni di promesse e retate contro i gestori delle piattaforme illegali, arrivano le prime multe per gli utenti finali del cosiddetto “pezzotto”, ossia i dispositivi o i servizi che consentono di accedere illegalmente a contenuti televisivi a pagamento. Si tratta di una vera e propria svolta repressiva che coinvolge migliaia di cittadini.
Secondo quanto comunicato da Agcom, Guardia di Finanza, Lega Serie A e varie Procure, le indagini hanno portato all’identificazione di 2.266 utenti su tutto il territorio nazionale. I soggetti sono stati rintracciati attraverso il tracciamento degli indirizzi IP e dei pagamenti digitali associati a servizi pirata.
Le prime sanzioni ammontano a 154 euro, ma gli importi possono salire fino a 5.000 euro in caso di recidiva o utilizzo continuato del servizio illegale. È la prima volta che la repressione colpisce in modo sistematico anche chi usufruisce dello streaming illegale, non solo chi lo gestisce.
Le indagini non si limitano agli utenti attivi nel 2025. Le autorità stanno analizzando i dati retroattivamente, risalendo anche a operazioni effettuate mesi o anni prima. La presenza di transazioni elettroniche, cronologie di accesso e altri elementi digitali permette di ricostruire con precisione l’utilizzo di piattaforme illegali.
Secondo le autorità, oggi è possibile bloccare in tempo reale gli accessi abusivi e avviare procedimenti in automatico. Questo rende il sistema di contrasto più efficace e tempestivo.
Uno degli aspetti più discussi riguarda le cause sociali ed economiche alla base del boom del “pezzotto”. Oltre all’illegalità, infatti, molti analisti segnalano che il fenomeno trova terreno fertile nella frammentazione dei diritti televisivi e nell’aumento dei prezzi degli abbonamenti.
Per seguire, ad esempio, una stagione completa di calcio, servono più abbonamenti tra piattaforme differenti. Questo ha spinto molti utenti a cercare soluzioni alternative – seppur illegali – per accedere ai contenuti.
Il tema divide l’opinione pubblica. Secondo l’amministratore delegato della Lega Serie A, la strada non è abbassare i prezzi, ma aumentare il numero degli utenti regolari. Se tutti pagassero, sostiene, il costo dei servizi potrebbe calare grazie a una più ampia base abbonata.
Tuttavia, molti utenti contestano la qualità del servizio offerto in rapporto al prezzo, sottolineando problemi di connessione, interfacce poco intuitive e scarsa copertura degli eventi.
Chiunque abbia usufruito o stia usufruendo di servizi pirata, anche occasionalmente, è potenzialmente a rischio sanzione. Le autorità sono in grado di risalire agli utenti grazie ai log dei dispositivi, alle informazioni sui pagamenti e ai dati di rete. Anche chi ha interrotto l’utilizzo da tempo potrebbe ricevere una sanzione a seguito di controlli retroattivi.