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NASpI 2025: ferie e riposi retribuiti contano come giornate lavorative. Cosa cambia con la sentenza della Cassazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un aspetto fondamentale per chi accede alla NASpI, l’indennità di disoccupazione riconosciuta ai lavoratori subordinati. Secondo la pronuncia, anche le giornate di ferie e i riposi retribuiti rientrano nel computo delle cosiddette “giornate di lavoro effettivo”, superando l’interpretazione più restrittiva che limitava il calcolo alle sole giornate di prestazione resa.

Il nodo interpretativo: cosa si intende per “lavoro effettivo”

La questione sottoposta alla Corte riguardava il significato da attribuire alla locuzione “30 giornate di lavoro effettivo”, requisito che in passato era necessario per accedere alla NASpI nei dodici mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. La controversia nasceva dal dubbio se includere o meno le giornate non lavorate ma retribuite, come quelle di ferie o riposo.

Cosa ha stabilito la Cassazione

Con la nuova sentenza, la **Suprema Corte ha chiarito che vanno considerate “lavorative” anche le giornate in cui non è stata prestata attività, ma per le quali il lavoratore ha comunque diritto alla retribuzione e alla contribuzione. Nello specifico, i giudici hanno precisato che:

«Il requisito risulta integrato, oltre che da giornate di ferie e/o riposo retribuito, da ogni giornata che dia luogo al diritto del lavoratore alla retribuzione e alla relativa contribuzione.»

Inoltre, ai fini del computo dei dodici mesi che precedono l’inizio della disoccupazione, devono essere esclusi (neutralizzati) i periodi in cui il rapporto di lavoro è sospeso per cause tutelate dalla legge e che impediscono lo scambio di prestazioni tra lavoratore e datore di lavoro.

Perché ferie e riposi contano come giornate effettive

La Cassazione ha fondato il proprio ragionamento su una visione funzionale e moderna del rapporto di lavoro. Le ferie e i riposi retribuiti sono considerati fasi fisiologiche del rapporto, finalizzate al recupero psico-fisico del lavoratore. Durante tali periodi, il rapporto è attivo e produce effetti giuridici, come il diritto alla retribuzione e al versamento dei contributi. Per questo motivo, tali giornate sono equiparabili a quelle di effettiva prestazione lavorativa.

Implicazioni pratiche

La sentenza rappresenta un importante riferimento per interpretare correttamente le norme in materia di disoccupazione e contribuzione. Sebbene il requisito delle 30 giornate non sia più richiesto per l’accesso alla NASpI dal 2022, la pronuncia della Cassazione rimane rilevante:

  • per chiarire il significato di “lavoro effettivo”;
  • per future controversie su criteri analoghi in altri contesti previdenziali;
  • per la determinazione della contribuzione utile ai fini pensionistici e assistenziali.
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