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Aiutare i genitori anziani è un obbligo di legge: quando i figli devono sostenerli economicamente e cosa prevede il Codice civile

Aiutare i genitori anziani non è solo un dovere morale, ma un obbligo giuridico

Negli ultimi mesi, anche in Europa, si è riacceso il dibattito sull’obbligo dei figli di sostenere economicamente i genitori anziani in difficoltà.
Un tema a lungo rimasto ai margini del confronto pubblico, complice l’idea diffusa che gli obblighi familiari si muovano solo dai genitori verso i figli.

A riportare la questione al centro dell’attenzione è stato un caso avvenuto in Portogallo, dove una figlia è stata condannata a versare gli alimenti alla madre priva di risorse sufficienti persino per i bisogni primari. Una decisione che ha avuto un forte impatto mediatico, mettendo in luce una realtà sempre più diffusa: pensioni insufficienti e popolazione anziana in crescita.

Uno scenario che potrebbe ripetersi anche in Italia, considerando il basso tasso di natalità e l’invecchiamento progressivo della popolazione.


Cosa dice la legge italiana sull’obbligo di aiutare i genitori

Nel nostro ordinamento l’assistenza ai familiari in difficoltà non è una scelta facoltativa.
Il Codice civile riconosce l’obbligo degli alimenti come uno dei pilastri della tutela delle persone fragili.

Quando un genitore si trova in stato di bisogno e non è in grado di provvedere autonomamente al proprio sostentamento, la legge impone ai familiari più prossimi di intervenire economicamente.


Alimenti e mantenimento: due concetti diversi

Nel linguaggio comune “alimenti” e “mantenimento” vengono spesso confusi, ma giuridicamente sono istituti molto diversi.

  • Assegno di mantenimento: riguarda i rapporti tra coniugi (separazione o divorzio) ed è finalizzato a riequilibrare le condizioni economiche.
  • Alimenti: spettano a chi versa in stato di bisogno e servono a garantire i bisogni vitali essenziali.

Il diritto agli alimenti è:

  • personale;
  • inalienabile;
  • non trasferibile;
  • non compensabile con altri crediti o debiti.

Chi è obbligato a versare gli alimenti: l’ordine stabilito dalla legge

L’articolo 433 del Codice civile stabilisce una precisa gerarchia dei soggetti obbligati:

  1. il coniuge;
  2. i figli;
  3. gli altri discendenti (nipoti);
  4. i genitori e gli ascendenti;
  5. generi e nuore;
  6. suoceri;
  7. fratelli e sorelle.

Se non esiste un coniuge o un donatario in grado di intervenire, sono i figli i primi chiamati a sostenere il genitore anziano.


Quando scatta l’obbligo per i figli

L’obbligo nasce solo in presenza di un bisogno reale e documentato, cioè quando il genitore:

  • non ha redditi sufficienti;
  • non riesce a far fronte ai bisogni primari (vitto, alloggio, cure mediche);
  • non può contare su altre forme di sostegno.

Il contributo richiesto ai figli non deve essere eccessivo o sproporzionato.
Il giudice, nel determinare l’importo, tiene conto:

  • delle esigenze dell’anziano;
  • della reale capacità economica del figlio.

Cosa succede se i figli non aiutano il genitore

Se manca un sostegno volontario, il genitore in difficoltà può:

  • rivolgersi al tribunale;
  • ottenere un provvedimento che impone ai figli di contribuire economicamente.

Chi non adempie senza giustificato motivo può incorrere anche in responsabilità penali, in particolare nei reati previsti dagli articoli 570 e 591 del Codice penale.

In caso di difficoltà, l’anziano può accedere al gratuito patrocinio o rivolgersi ad associazioni di tutela.


Non solo denaro: l’aiuto può essere anche materiale

Nei casi di convivenza o di difficoltà parziale, l’obbligo di assistenza può tradursi anche in:

  • aiuto nella gestione della casa;
  • acquisto di beni di prima necessità;
  • accompagnamento a visite mediche;
  • ospitalità temporanea.

Il sostegno non è quindi solo economico, ma può assumere forme diverse, purché idonee a garantire una vita dignitosa al genitore.


Conclusione

In Italia aiutare i genitori anziani in difficoltà non è una scelta, ma un obbligo previsto dalla legge.
Un dovere che riflette l’equilibrio tra solidarietà familiare e tutela delle persone fragili, sempre più centrale in una società che invecchia e in cui le pensioni, spesso, non bastano più.

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