Negli ultimi mesi, anche in Europa, si è riacceso il dibattito sull’obbligo dei figli di sostenere economicamente i genitori anziani in difficoltà.
Un tema a lungo rimasto ai margini del confronto pubblico, complice l’idea diffusa che gli obblighi familiari si muovano solo dai genitori verso i figli.
A riportare la questione al centro dell’attenzione è stato un caso avvenuto in Portogallo, dove una figlia è stata condannata a versare gli alimenti alla madre priva di risorse sufficienti persino per i bisogni primari. Una decisione che ha avuto un forte impatto mediatico, mettendo in luce una realtà sempre più diffusa: pensioni insufficienti e popolazione anziana in crescita.
Uno scenario che potrebbe ripetersi anche in Italia, considerando il basso tasso di natalità e l’invecchiamento progressivo della popolazione.
Nel nostro ordinamento l’assistenza ai familiari in difficoltà non è una scelta facoltativa.
Il Codice civile riconosce l’obbligo degli alimenti come uno dei pilastri della tutela delle persone fragili.
Quando un genitore si trova in stato di bisogno e non è in grado di provvedere autonomamente al proprio sostentamento, la legge impone ai familiari più prossimi di intervenire economicamente.
Nel linguaggio comune “alimenti” e “mantenimento” vengono spesso confusi, ma giuridicamente sono istituti molto diversi.
Il diritto agli alimenti è:
L’articolo 433 del Codice civile stabilisce una precisa gerarchia dei soggetti obbligati:
Se non esiste un coniuge o un donatario in grado di intervenire, sono i figli i primi chiamati a sostenere il genitore anziano.
L’obbligo nasce solo in presenza di un bisogno reale e documentato, cioè quando il genitore:
Il contributo richiesto ai figli non deve essere eccessivo o sproporzionato.
Il giudice, nel determinare l’importo, tiene conto:
Se manca un sostegno volontario, il genitore in difficoltà può:
Chi non adempie senza giustificato motivo può incorrere anche in responsabilità penali, in particolare nei reati previsti dagli articoli 570 e 591 del Codice penale.
In caso di difficoltà, l’anziano può accedere al gratuito patrocinio o rivolgersi ad associazioni di tutela.
Nei casi di convivenza o di difficoltà parziale, l’obbligo di assistenza può tradursi anche in:
Il sostegno non è quindi solo economico, ma può assumere forme diverse, purché idonee a garantire una vita dignitosa al genitore.
In Italia aiutare i genitori anziani in difficoltà non è una scelta, ma un obbligo previsto dalla legge.
Un dovere che riflette l’equilibrio tra solidarietà familiare e tutela delle persone fragili, sempre più centrale in una società che invecchia e in cui le pensioni, spesso, non bastano più.