Il mercato del lavoro italiano si prepara a un cambiamento di grande portata. Secondo le ultime stime, entro il 2029 saranno necessari circa 3,5 milioni di nuovi lavoratori in tutta Italia, un numero che oscilla tra uno scenario più espansivo da 3,7 milioni di assunzioni e uno più prudente da 3,3 milioni. Un dato che conferma come l’occupazione sia destinata a crescere, ma in modo non uniforme tra settori e territori.
Perché serviranno così tanti lavoratori
Il fabbisogno occupazionale previsto nasce dalla combinazione di due fattori principali. Da un lato c’è la cosiddetta expansion demand, ovvero la creazione di nuovi posti di lavoro legata alla crescita economica, alla trasformazione dei servizi e all’evoluzione dei modelli produttivi. Dall’altro pesa in modo determinante la replacement demand, cioè la necessità di sostituire chi esce dal mercato del lavoro, soprattutto per pensionamenti, ma anche per cambi di carriera e dinamiche demografiche.
Secondo il primo Report sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro in Italia, realizzato da Cnel e Unioncamere, proprio il ricambio generazionale sarà uno dei principali motori delle nuove assunzioni nei prossimi anni.
Quasi un profilo su due è difficile da trovare
Il dato più critico riguarda però la disponibilità delle competenze. Quasi il 50% dei profili richiesti risulta già oggi difficile da reperire, segnalando un disallineamento strutturale tra ciò che le imprese cercano e ciò che il mercato del lavoro offre.
Nel solo primo semestre del 2025, le aziende hanno programmato quasi 3 milioni di ingressi, con un aumento del 2,4% rispetto all’anno precedente. A trainare le assunzioni è soprattutto il settore dei servizi, che concentra oltre il 70% della domanda di lavoro complessiva.
Turismo e commercio crescono, frenano i settori più innovativi
Tra i comparti più dinamici spiccano turismo, ristorazione e commercio, che continuano a generare occupazione, anche grazie alla forte stagionalità e alla domanda interna. Al contrario, mostrano segnali di rallentamento proprio alcuni settori considerati strategici per la competitività del Paese, come l’ICT, i servizi avanzati alle imprese e parte dell’industria tecnologica.
Anche il comparto industriale evidenzia difficoltà, in particolare nella metalmeccanica e nell’elettronica, penalizzate dalla carenza di personale qualificato e da una transizione tecnologica ancora incompleta.
I lavori più richiesti: tecnici, operai specializzati e professioni scientifiche
Il vero nodo resta il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Le imprese faticano soprattutto a trovare profili tecnici e specializzati. Tra le figure più ricercate ma difficili da reperire figurano:
- ingegneri e professionisti dell’area scientifica;
- informatici e tecnici digitali;
- operai qualificati dell’industria manifatturiera;
- saldatori, elettricisti e manutentori;
- autisti e addetti alla logistica;
- lavoratori specializzati nel settore delle costruzioni.
In questi ambiti, i tempi medi di ricerca superano i quattro mesi, arrivando fino a sei mesi nei settori tradizionali.
Cresce il ricorso a manodopera straniera
Le difficoltà di reperimento stanno spingendo le imprese a ricorrere sempre più a lavoratori stranieri. Nel primo semestre del 2025, circa il 19% delle assunzioni previste è stato coperto da manodopera proveniente dall’estero, soprattutto nei servizi, nel turismo e nell’edilizia.
Formazione e competenze decisive per il futuro
Guardando al medio termine, il quadro è chiaro: entro il 2029 circa il 74% delle assunzioni riguarderà il settore dei servizi, ma con una crescente richiesta di competenze qualificate. Oltre il 46% dei posti di lavoro richiederà una formazione tecnica secondaria, mentre più di un terzo sarà destinato a laureati e diplomati ITS.
I lavoratori con bassa scolarizzazione, invece, copriranno una quota sempre più marginale. Come sottolineato dal presidente del Cnel Renato Brunetta, senza un rafforzamento della formazione tecnico-scientifica e un migliore collegamento tra scuola e imprese, l’Italia rischia di perdere competitività nel confronto internazionale.



