Pensione 2026: cambiano le regole per chi ha il calcolo contributivo puro
Il 2026 segna un passaggio cruciale per il sistema previdenziale italiano: entreranno pienamente in vigore alcune regole del sistema contributivo puro che modificano i requisiti per accedere alla pensione.
Per molti lavoratori non basterà più avere 67 anni o i 25 anni di contributi richiesti: servirà anche raggiungere un importo minimo dell’assegno, requisito indispensabile per poter ottenere la pensione.
La normativa riguarda solo:
- chi ha contributi interamente nel sistema contributivo (primo versamento dal 1° gennaio 1996),
- oppure chi rientra in gestioni come la Gestione Separata.
Per chi ha anche un solo contributo prima del 1996, quindi nel sistema misto, queste soglie non si applicano.
Pensione di vecchiaia contributiva: nel 2026 serviranno almeno 546 euro al mese
Per accedere alla pensione di vecchiaia contributiva nel 2026 serviranno:
- 67 anni di età,
- almeno 20 anni di contributi,
- un importo mensile pari ad almeno 1,5 volte l’Assegno sociale.
Il valore dell’Assegno sociale nel 2026 è stimato a:
- 364 € in misura base,
- 546 € come soglia di riferimento (1,5 volte).
👉 Chi a 67 anni non raggiunge i 546 euro al mese NON potrà andare in pensione, anche se possiede i contributi richiesti.
In questo caso le possibilità sono due:
- continuare a lavorare per aumentare il montante contributivo;
- attendere i 70 anni, età in cui la pensione contributiva è concessa senza soglia minima, purché ci siano almeno 5 anni di contributi effettivi.
Pensione anticipata contributiva a 64 anni: nel 2026 serviranno almeno 1.638 euro
La pensione anticipata contributiva è accessibile a:
- 64 anni di età,
- 25 anni di contributi,
- importo dell’assegno pari ad almeno 2,8 volte l’Assegno sociale.
Nel 2026 la soglia sarà di circa:
🔹 1.638 euro al mese
Sono previste soglie ridotte per:
- donne con uno o più figli,
- secondo il meccanismo introdotto dalla Legge 190/2014.
👉 Anche in questo caso, senza il raggiungimento dell’importo minimo l’uscita anticipata non è possibile.
Chi è nel sistema misto non ha soglie economiche: bastano età e contributi
I lavoratori che hanno maturato anche solo un contributo prima del 31 dicembre 1995 rientrano nel sistema misto.
Per loro:
- la pensione di vecchiaia a 67 anni,
- e la pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne),
non prevedono alcun importo minimo.
Pensione minima 2026: verso i 613 euro mensili
Nel 2026 la pensione minima dovrebbe salire a circa:
🔸 613 euro al mese
Il valore aumenta grazie a rivalutazioni e maggiorazioni e non influisce sui requisiti per andare in pensione, ma contribuisce a definire lo scenario sull’adeguatezza economica degli assegni.
Dal 2027 tornano gli adeguamenti all’aspettativa di vita
Salvo interventi legislativi, dal 2027 i requisiti pensionistici torneranno ad adeguarsi automaticamente all’aspettativa di vita, come previsto dall’articolo 12 del D.L. 78/2010.
Possibili effetti:
- aumento dell’età pensionabile;
- aumento degli anni richiesti per alcuni trattamenti;
- nuove verifiche per anticipi e deroghe.
Un sistema che guarda alla sostenibilità
Il legislatore sta indirizzando il sistema previdenziale verso un modello che valuta:
- non solo quando si va in pensione,
- ma anche con quale importo.
L’obiettivo è evitare assegni troppo bassi, che richiederebbero in seguito misure assistenziali.
Cosa deve fare chi andrà in pensione nel 2026
I lavoratori interessati devono:
- verificare gli anni di contributi,
- controllare l’importo stimato della pensione,
- valutare contributi volontari o prolungamento dell’attività,
- utilizzare il servizio INPS “La mia pensione futura”,
- oppure confrontarsi con un consulente previdenziale.
Solo così è possibile capire se si rientra nei requisiti o se conviene attendere i 70 anni per superare il vincolo del minimo.



