Il 2026 segna un passaggio cruciale per il sistema previdenziale italiano: entreranno pienamente in vigore alcune regole del sistema contributivo puro che modificano i requisiti per accedere alla pensione.
Per molti lavoratori non basterà più avere 67 anni o i 25 anni di contributi richiesti: servirà anche raggiungere un importo minimo dell’assegno, requisito indispensabile per poter ottenere la pensione.
La normativa riguarda solo:
Per chi ha anche un solo contributo prima del 1996, quindi nel sistema misto, queste soglie non si applicano.
Per accedere alla pensione di vecchiaia contributiva nel 2026 serviranno:
Il valore dell’Assegno sociale nel 2026 è stimato a:
👉 Chi a 67 anni non raggiunge i 546 euro al mese NON potrà andare in pensione, anche se possiede i contributi richiesti.
In questo caso le possibilità sono due:
La pensione anticipata contributiva è accessibile a:
Nel 2026 la soglia sarà di circa:
🔹 1.638 euro al mese
Sono previste soglie ridotte per:
👉 Anche in questo caso, senza il raggiungimento dell’importo minimo l’uscita anticipata non è possibile.
I lavoratori che hanno maturato anche solo un contributo prima del 31 dicembre 1995 rientrano nel sistema misto.
Per loro:
non prevedono alcun importo minimo.
Nel 2026 la pensione minima dovrebbe salire a circa:
🔸 613 euro al mese
Il valore aumenta grazie a rivalutazioni e maggiorazioni e non influisce sui requisiti per andare in pensione, ma contribuisce a definire lo scenario sull’adeguatezza economica degli assegni.
Salvo interventi legislativi, dal 2027 i requisiti pensionistici torneranno ad adeguarsi automaticamente all’aspettativa di vita, come previsto dall’articolo 12 del D.L. 78/2010.
Possibili effetti:
Il legislatore sta indirizzando il sistema previdenziale verso un modello che valuta:
L’obiettivo è evitare assegni troppo bassi, che richiederebbero in seguito misure assistenziali.
I lavoratori interessati devono:
Solo così è possibile capire se si rientra nei requisiti o se conviene attendere i 70 anni per superare il vincolo del minimo.