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Pensione anticipata con l’isopensione: come uscire dal lavoro a 60 anni e quali sono i requisiti previsti nel 2025

Grazie all’isopensione, alcuni lavoratori del settore privato possono andare in pensione fino a sette anni prima rispetto all’età ordinaria. La misura, prevista dalla legge italiana, consente un’uscita anticipata per i dipendenti di aziende con eccedenze di personale, attraverso un accordo specifico con le organizzazioni sindacali.

Cos’è l’isopensione e chi può accedervi

Introdotta dalla Legge n. 92/2012, l’isopensione (o “accordo di esodo”) è rivolta ai lavoratori dipendenti del settore privato in aziende con più di 15 dipendenti, che intendono agevolare il turnover attraverso la cessazione anticipata di rapporti di lavoro. L’accesso è subordinato alla firma di un accordo tra azienda e sindacati che certifichi l’esubero del personale.

Grazie a una modifica normativa, gli accordi sottoscritti entro il 31 dicembre 2026 permettono di anticipare l’uscita fino a 7 anni rispetto alla data di maturazione della pensione di vecchiaia. Dal 2027, invece, il limite tornerà a essere di 4 anni.

Requisiti fondamentali

  • Accordo aziendale e sindacale in presenza di eccedenza di personale.
  • Fideiussione bancaria da parte dell’azienda, che garantisce il pagamento dell’assegno e dei contributi.
  • Versamento mensile all’INPS della provvista per la prestazione e la contribuzione figurativa.
  • Età del lavoratore compatibile con il periodo di anticipo richiesto: ad esempio, nel 2025 possono accedervi coloro che compiono 60 anni e 4 mesi, se maturano la pensione di vecchiaia a 67 anni e 4 mesi nel 2031.

L’isopensione è compatibile solo con aziende che impiegano più di 15 dipendenti, escludendo dal calcolo apprendisti e contratti di reinserimento.

Come funziona l’isopensione

Il datore di lavoro si impegna a:

  • Erogare un assegno mensile pari alla pensione teorica maturata fino al raggiungimento dei requisiti ordinari.
  • Versare i contributi necessari per coprire il periodo mancante alla pensione.

La domanda non può essere presentata autonomamente dal lavoratore, ma è l’azienda che deve attivare la procedura presso l’INPS.

Vantaggi per i lavoratori

  • Nessuna interruzione contributiva, grazie al versamento figurativo.
  • Assegno mensile costante, pari al trattamento pensionistico maturato, senza penalizzazioni.
  • Possibilità di svolgere attività lavorative compatibili, anche con partita IVA.
  • Tutela della posizione previdenziale, grazie alla garanzia fideiussoria.

Svantaggi da considerare

  • Nessuna rivalutazione dell’importo: l’assegno non è aggiornato all’inflazione.
  • Non prevede assegni familiari né la reversibilità in caso di decesso.
  • Limitazioni sulle trattenute: non è possibile applicare riscatti o cessioni del quinto.

L’assegno è considerato reddito da lavoro dipendente e tassato secondo le regole ordinarie.

Procedura e modulistica

I lavoratori devono accettare volontariamente di aderire all’isopensione. La domanda, sottoscritta anche dal legale rappresentante aziendale, va presentata all’INPS utilizzando il modulo specifico presente nella sezione dedicata alla “prestazione di esodo” ai sensi della Legge 92/2012.

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