Grazie all’isopensione, alcuni lavoratori del settore privato possono andare in pensione fino a sette anni prima rispetto all’età ordinaria. La misura, prevista dalla legge italiana, consente un’uscita anticipata per i dipendenti di aziende con eccedenze di personale, attraverso un accordo specifico con le organizzazioni sindacali.
Introdotta dalla Legge n. 92/2012, l’isopensione (o “accordo di esodo”) è rivolta ai lavoratori dipendenti del settore privato in aziende con più di 15 dipendenti, che intendono agevolare il turnover attraverso la cessazione anticipata di rapporti di lavoro. L’accesso è subordinato alla firma di un accordo tra azienda e sindacati che certifichi l’esubero del personale.
Grazie a una modifica normativa, gli accordi sottoscritti entro il 31 dicembre 2026 permettono di anticipare l’uscita fino a 7 anni rispetto alla data di maturazione della pensione di vecchiaia. Dal 2027, invece, il limite tornerà a essere di 4 anni.
L’isopensione è compatibile solo con aziende che impiegano più di 15 dipendenti, escludendo dal calcolo apprendisti e contratti di reinserimento.
Il datore di lavoro si impegna a:
La domanda non può essere presentata autonomamente dal lavoratore, ma è l’azienda che deve attivare la procedura presso l’INPS.
L’assegno è considerato reddito da lavoro dipendente e tassato secondo le regole ordinarie.
I lavoratori devono accettare volontariamente di aderire all’isopensione. La domanda, sottoscritta anche dal legale rappresentante aziendale, va presentata all’INPS utilizzando il modulo specifico presente nella sezione dedicata alla “prestazione di esodo” ai sensi della Legge 92/2012.