La Corte Costituzionale dichiara illegittimo il divieto di integrazione al minimo per gli assegni calcolati solo con il sistema contributivo.
Nuove tutele per i lavoratori invalidi. Con la sentenza n. 94 del 3 luglio 2025, la Corte Costituzionale ha stabilito che anche gli assegni ordinari di invalidità calcolati interamente con il sistema contributivo devono poter beneficiare dell’integrazione al minimo, al pari di quelli determinati con il sistema retributivo o misto.
L’assegno ordinario di invalidità è una prestazione previdenziale riconosciuta ai lavoratori che, per gravi condizioni fisiche o mentali, hanno ridotto la propria capacità lavorativa a meno di un terzo. Per averne diritto sono richiesti almeno cinque anni di contributi, di cui tre versati nel quinquennio precedente alla domanda.
Il calcolo dell’importo dipende dal sistema contributivo o retributivo applicabile. Fino ad oggi, solo chi rientrava in quest’ultimo poteva ottenere l’integrazione al minimo, portando l’assegno a un livello considerato sufficiente a garantire mezzi adeguati alle esigenze di vita.
La Corte ha dichiarato incostituzionale la norma che impediva l’integrazione al minimo per chi aveva maturato il diritto alla pensione di invalidità interamente con il sistema contributivo. Tale esclusione è stata ritenuta discriminatoria e irragionevole, in violazione dell’articolo 3 della Costituzione (principio di uguaglianza) e dell’articolo 38 (diritto all’assistenza).
La decisione nasce da un’ordinanza della Cassazione (Sezione Lavoro), che aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale per il diverso trattamento economico a parità di condizioni contributive e reddituali.
L’effetto della sentenza non è retroattivo. L’integrazione al minimo verrà applicata solo agli assegni di invalidità liquidati a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale.
A partire da quel momento, l’importo dell’assegno non potrà essere inferiore a 603,39 euro mensili, soglia stabilita per il 2025. Chi ha percepito una somma più bassa in passato non potrà richiedere arretrati.
Con questa decisione, la Corte Costituzionale ha riaffermato il principio secondo cui il sistema previdenziale deve garantire un sostegno economico dignitoso a tutti i lavoratori invalidi, indipendentemente dal metodo di calcolo dell’assegno. Un adeguamento che colma una disparità normativa e che offre nuove garanzie per il futuro.