Il 2026 porta con sé importanti novità per la pensione di reversibilità, una delle prestazioni previdenziali più diffuse tra i superstiti. Gli aggiornamenti riguardano sia gli aumenti legati alla rivalutazione annuale, sia le riduzioni dell’assegno per chi supera determinate soglie di reddito, con effetti diversi a seconda della composizione del nucleo familiare.
Tra nuovi importi, ricalcolo delle quote e limiti reddituali aggiornati, orientarsi non è semplice. Vediamo quindi come cambia la pensione di reversibilità nel 2026, chi rischia tagli e chi invece potrà beneficiare degli aumenti.
Tagli alla pensione di reversibilità 2026: nuove soglie di reddito
Uno degli aspetti più delicati riguarda le riduzioni dell’assegno di reversibilità, che scattano quando il coniuge superstite supera determinati limiti di reddito personale.
Nel 2026 le soglie vengono aggiornate in base al nuovo trattamento minimo, fissato intorno ai 611 euro mensili. Questo adeguamento comporta una revisione automatica dei limiti reddituali e, di conseguenza, delle decurtazioni applicabili.
Le riduzioni previste sono le seguenti:
- –25% se il reddito annuo supera 23.862,15 euro
- –40% se il reddito annuo supera 31.816,20 euro
- –50% se il reddito annuo supera 39.769,25 euro
È importante precisare che le riduzioni non si applicano se nel nucleo sono presenti:
- figli minori;
- figli studenti maggiorenni;
- figli con disabilità a carico.
In questi casi, la pensione di reversibilità resta integrale, indipendentemente dal reddito del coniuge superstite.
Aumenti pensione di reversibilità 2026: come funziona la rivalutazione
Accanto ai tagli, il 2026 porta anche aumenti dell’assegno di reversibilità, legati alla rivalutazione annuale delle pensioni.
La rivalutazione prevista è pari a:
- +1,4% per gli importi fino a quattro volte il trattamento minimo;
- +90% dell’indice per importi tra quattro e cinque volte il minimo;
- +75% dell’indice oltre questa soglia.
Un aspetto fondamentale da comprendere è che l’aumento si applica prima alla pensione del dante causa (il pensionato deceduto) e solo successivamente viene ripartito tra i superstiti secondo le percentuali previste dalla legge.
Ad esempio:
- una pensione originaria di 1.000 euro rivalutata a 1.014 euro
- genera per il coniuge (60%) un aumento di circa 8,40 euro
- e per il figlio (20%) un incremento di circa 2,80 euro
Lo stesso meccanismo vale per tredicesima, quattordicesima e integrazioni al minimo.
Incremento al minimo e rivalutazione straordinaria
Nel 2026 è confermato anche l’incremento della maggiorazione sociale, noto come incremento al milione, che porta un aumento di circa 20 euro mensili.
In questo scenario, la quota base della reversibilità può arrivare fino a 768,30 euro, prima della suddivisione:
- 460,98 euro al coniuge;
- 153,66 euro a ciascun figlio, nei casi standard.
Particolarmente rilevante è anche la rivalutazione straordinaria dell’1,3% per le pensioni inferiori al minimo.
Un assegno di 500 euro, ad esempio, sale:
- prima a 507 euro con la rivalutazione ordinaria;
- poi a 513,59 euro grazie all’incremento aggiuntivo.
Solo dopo questi adeguamenti avviene la ripartizione tra i superstiti, garantendo un beneficio maggiore alle fasce più fragili.
Quote di reversibilità 2026: come si distribuisce l’assegno
Le percentuali di reversibilità restano confermate anche nel 2026:
- 60% al coniuge superstite;
- 80% con coniuge e un figlio;
- 100% con coniuge e due o più figli.
In assenza del coniuge:
- 70% a un figlio;
- 80% a due figli;
- 100% a tre o più figli.
Ogni variazione sull’importo base – rivalutazioni, integrazioni o tagli – si riflette quindi direttamente sulle quote spettanti, rendendo essenziale monitorare gli importi liquidati dall’INPS nei primi mesi del 2026.
Cosa controllare per non perdere soldi nel 2026
Le novità sulla pensione di reversibilità rendono fondamentale:
- verificare con attenzione il reddito personale;
- controllare la presenza di figli a carico;
- monitorare gli adeguamenti INPS di inizio anno.
Una valutazione preventiva può aiutare a evitare tagli inattesi e a comprendere con precisione l’effettivo importo spettante nel nuovo anno.



