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Pensione di reversibilità, la Lega propone lo stop per le unioni civili: cosa potrebbe cambiare e cosa dice la legge

Una proposta destinata a far discutere. Tra gli emendamenti presentati alla Legge di Bilancio 2026 spunta un intervento che punta a cancellare la pensione di reversibilità per i partner superstiti delle unioni civili. A rilanciare l’idea è il senatore della Lega Claudio Borghi, che sui social ha rivendicato apertamente la misura: «Se vuoi la reversibilità, ti sposi».

Una posizione che ha immediatamente sollevato polemiche e interrogativi giuridici, perché in Italia il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è consentito. Le unioni civili rappresentano quindi l’unico istituto giuridico riconosciuto alle coppie omosessuali, introdotto nel 2016 con la legge Cirinnà.

Come funziona oggi la pensione di reversibilità per le unioni civili

Dal 2016 le unioni civili godono degli stessi diritti previdenziali delle coppie sposate. La piena equiparazione è stata sancita:

  • dalla Legge n. 76/2016 (Legge Cirinnà)
  • dalla circolare INPS 5171/2016, che ha esteso ufficialmente il diritto alla reversibilità
  • dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione, che ha riconosciuto la necessità di garantire un trattamento paritario

Oggi il partner superstite di un’unione civile ha diritto:

  • allo stesso importo previsto per il coniuge (generalmente il 60% della pensione del defunto)
  • seguendo le stesse regole fissate dalla Legge 335/1995
  • previa domanda all’INPS con la documentazione relativa all’unione civile

Diversa la situazione delle convivenze di fatto, che non hanno diritto alla reversibilità.

Cosa prevede la proposta della Lega

L’emendamento, presentato in fase di discussione sulla Manovra, avrebbe un effetto drastico: escludere le unioni civili dal diritto alla reversibilità, cancellando un beneficio riconosciuto da quasi dieci anni.

Non è chiaro se si tratti di:

  • una posizione personale del senatore Borghi
  • una linea ufficiale del partito
  • un emendamento destinato realmente ad andare avanti

Quel che è certo è che la proposta ha aperto un fronte politico e giuridico particolarmente complesso.

Il nodo costituzionale: cosa rischia la proposta

L’emendamento rischia di scontrarsi con:

1. Articoli 2, 3 e 29 della Costituzione

che garantiscono:

  • pari dignità sociale
  • uguaglianza dei cittadini davanti alla legge
  • tutela delle formazioni sociali, comprese le unioni tra persone dello stesso sesso

2. Le sentenze della Corte Costituzionale

La Consulta si è espressa più volte sulla parità di trattamento tra coppie eterosessuali e omosessuali:

  • Sentenza 138/2010
  • Sentenza 170/2014
  • Sentenza 221/2015

Tutte hanno affermato un principio chiaro:
➡️ non può esistere uno status giuridico inferiore per le coppie same-sex.

3. La normativa europea

L’UE richiede agli Stati membri parità di trattamento nelle unioni riconosciute dall’ordinamento interno. Un intervento discriminatorio potrebbe aprire la strada:

  • a ricorsi interni
  • a procedure di infrazione europea

Cosa potrebbe accadere ora

La proposta dovrà affrontare:

  • l’esame parlamentare
  • il vaglio degli uffici tecnici
  • l’eventuale giudizio della Corte Costituzionale

Molti osservatori ritengono improbabile che un emendamento così controverso possa superare tutti i passaggi, proprio per le criticità costituzionali già evidenziate più volte dalla giurisprudenza.

Conclusioni

La possibile eliminazione della pensione di reversibilità per le unioni civili rappresenta un tema estremamente delicato, che tocca:

  • diritti civili
  • parità di trattamento
  • sostenibilità giuridica delle norme

In attesa di capire se la proposta della Lega avrà un seguito concreto, resta fermo un punto: la reversibilità per le coppie dello stesso sesso è oggi un diritto pienamente riconosciuto dalla legge italiana.


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