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Conto corrente cointestato e pignoramento: cosa succede se il debitore è uno solo? Tutte le regole e i rischi

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Il conto corrente cointestato è una soluzione pratica e diffusa, soprattutto tra familiari e coniugi, per la gestione delle spese comuni. Tuttavia, in caso di debiti personali di uno dei titolari, anche l’altro intestatario può subire le conseguenze di una procedura di pignoramento. Vediamo cosa prevede la normativa e come tutelarsi.

Cosa succede in caso di pignoramento di un conto cointestato

Quando uno dei titolari di un conto corrente è soggetto a un pignoramento per debiti personali, la procedura coinvolge anche il conto condiviso. Secondo l’art. 599 del Codice di Procedura Civile, si tratta di un pignoramento di beni indivisi: l’intero credito presente sul conto è aggredito, senza distinzione immediata delle quote.

Il credito, cioè il saldo del conto, è considerato nella sua interezza un bene comune dei contitolari, e pertanto può essere soggetto a pignoramento per la parte riconducibile al debitore.

La notifica ai cointestatari e il diritto di opposizione

Il creditore ha l’obbligo di notificare l’avvenuto pignoramento a tutti i cointestatari del conto, non solo alla banca. Questo consente ai soggetti non debitori di presentare opposizione ai sensi dell’art. 619 c.p.c., al fine di dimostrare la propria titolarità su una quota del saldo e ottenerne lo svincolo.

La banca, dal canto suo, una volta ricevuta la notifica, è tenuta a congelare l’importo corrispondente al debito oggetto di pignoramento, impedendo a tutti gli intestatari di disporne, fino a quando il giudice dell’esecuzione non avrà stabilito le quote.

Presunzione di quote uguali e onere della prova

In mancanza di prova contraria, il giudice applicherà la presunzione legale di parità delle quote (art. 1298 c.c.), assumendo che i cointestatari siano titolari del 50% ciascuno. Tuttavia, il cointestatario non debitore ha diritto a dimostrare che la propria quota è superiore – o addirittura totale – rispetto a quella dell’altro intestatario, mediante estratti conto, documentazione bancaria o altre prove che ne attestino l’effettivo utilizzo del conto.

Il ruolo della banca e l’ordinanza del giudice

La banca ha l’obbligo di comunicare al creditore, tramite PEC, l’effettiva cointestazione del conto, i nominativi dei titolari e il saldo disponibile al momento della notifica. Sarà poi il giudice dell’esecuzione, al termine del procedimento, a emettere una ordinanza di assegnazione: con questo provvedimento, sarà stabilito l’importo che la banca dovrà versare al creditore e l’eventuale sblocco del saldo residuo in favore del cointestatario non coinvolto nel debito.

Come proteggere la propria quota

Il contitolare che non è debitore può evitare il pignoramento della propria parte agendo tempestivamente, presentando opposizione e producendo adeguata documentazione. È importante sapere che non basta essere cointestatari per essere al sicuro, perché in caso di inazione, l’intera somma può restare bloccata fino alla conclusione della procedura.

Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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