Nel 2025 le operazioni bancarie in contanti e in oro sono soggette a controlli sempre più stringenti da parte dell’Agenzia delle Entrate e dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF). Le banche sono tenute a segnalare movimenti sospetti, anche se inferiori alle soglie di legge, qualora presentino caratteristiche anomale. Vediamo quali sono i limiti da non superare e i comportamenti che possono attivare verifiche fiscali.
L’art. 32 del D.P.R. accertamenti sui redditi consente all’Agenzia delle Entrate di accedere ai dati dei conti correnti dei contribuenti senza necessità di autorizzazione giudiziaria. Le informazioni sono trasmesse annualmente da banche e uffici postali all’Anagrafe dei Rapporti Finanziari, che consente l’analisi di saldi, movimenti e operazioni fino a:
Le soglie di prelievo non sono uguali per tutti: ogni banca stabilisce limiti giornalieri e mensili per il bancomat (in genere da 250 a 1.000 euro al giorno e fino a 3.000 euro al mese). Tuttavia, la soglia chiave ai fini fiscali è 10.000 euro mensili.
Il D. Lgs. 231/2007 sulla normativa antiriciclaggio impone infatti agli intermediari finanziari di segnalare alla UIF tutte le operazioni sospette, ovvero quelle che:
Il D. Lgs. 211/2024, in vigore dal 17 gennaio 2025, ha abbassato le soglie per la segnalazione delle operazioni in oro:
L’utilizzo del contante o di strumenti alternativi all’interno di transazioni di rilievo richiede attenzione. I controlli da parte del Fisco sono sempre più accurati e si basano non solo sugli importi, ma anche sulla coerenza delle operazioni con il profilo economico del contribuente. Essere informati sulle soglie di segnalazione e sui criteri applicati dalle banche può evitare spiacevoli accertamenti.