Una sentenza destinata a fare scuola arriva dalla Corte di Giustizia Tributaria di Roma: la rateizzazione delle cartelle esattoriali non può decadere automaticamente se il contribuente dimostra che il mancato pagamento di alcune rate è dovuto a cause di forza maggiore, come malattie gravi, ricoveri, emergenze o eventi imprevedibili.
Una decisione che corregge un’applicazione troppo rigida della normativa e introduce un principio di maggiore tutela per chi si trova in difficoltà.
Rateizzazione delle cartelle: cosa dice la legge e dove nasce il problema
Dal 16 luglio 2022, le regole sulla rateizzazione sono diventate molto più severe:
- salto di 8 rate anche non consecutive → decadenza immediata,
- impossibilità di richiedere una nuova rateizzazione sugli stessi debiti.
Il sistema è stato pensato per garantire una riscossione più efficace, ma non ha tenuto conto delle condizioni reali in cui molti contribuenti vivono: malattie, ricoveri, calamità, perdita improvvisa del reddito, situazioni che rendono di fatto impossibile rispettare le scadenze.
E proprio su questo punto interviene la nuova sentenza.
La sentenza: niente decadenza se le rate saltate dipendono da cause di forza maggiore
Con la decisione n. 15671/2025, la Corte tributaria di Roma afferma un principio chiaro:
Non si può far decadere un contribuente dalla rateizzazione se il mancato pagamento non è dipeso dalla sua volontà.
Il caso analizzato riguarda un contribuente che aveva saltato 8 rate, ma per ragioni gravissime:
- malattia oncologica,
- intervento chirurgico,
- ricovero prolungato,
- chemioterapie.
Nonostante la legge sembri parlare chiaro, i giudici spiegano che:
- la normativa non può essere applicata come un automatismo cieco,
- occorre valutare caso per caso,
- devono essere rispettati i principi costituzionali di ragionevolezza e proporzionalità,
- l’Amministrazione deve motivare i propri atti, come previsto dallo Statuto del Contribuente.
Il Fisco dovrà ripristinare il piano di rateizzazione
La Corte non si limita ad annullare l’intimazione di decadenza:
ordina all’Agenzia delle Entrate–Riscossione di ripristinare il piano, rimodulando le rate insolute.
Questo significa che:
- il contribuente non perde i benefici della rateizzazione,
- il debito non torna immediatamente esigibile in un’unica soluzione,
- si ripristina la sostenibilità del pagamento.
Un passo importante verso un rapporto più equo tra cittadini e Fisco.
Un messaggio chiaro: il Fisco deve considerare la realtà, non solo le scadenze
La sentenza introduce un principio destinato ad avere ripercussioni concrete:
Gli agenti della riscossione non possono applicare la legge in modo automatico ignorando le condizioni personali del contribuente.
Questo vale non solo per malattie gravi, ma per tutte le circostanze imprevedibili e non evitabili, come:
- calamità naturali,
- incidenti,
- eventi straordinari,
- impedimenti oggettivi documentati.
Il rapporto Fisco–contribuente deve basarsi su collaborazione e buon senso, non su punizioni automatiche.
Conclusione: una tutela in più per chi è in difficoltà
La sentenza di Roma rappresenta un importante passo avanti nella protezione dei contribuenti che, pur volendo pagare, si trovano impossibilitati a farlo per cause indipendenti dalla loro volontà.
Un orientamento che potrebbe influenzare molte altre decisioni future e rendere la riscossione più umana e più equa.



