In fase di dichiarazione dei redditi, uno degli errori più comuni riguarda la gestione delle spese detraibili pagate da conti correnti cointestati. Il rischio? Perdere parte delle detrazioni Irpef se non si dimostra correttamente chi ha sostenuto la spesa.
Quando una spesa detraibile viene sostenuta da un solo contribuente ma pagata tramite un conto corrente cointestato, il diritto alla detrazione non si divide automaticamente tra i titolari del conto. Secondo l’Agenzia delle Entrate (circolare n. 19/E del 2020) e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’intera detrazione spetta al soggetto che ha sostenuto effettivamente la spesa, purché risulti:
Per evitare contestazioni in caso di controlli, è indispensabile conservare documenti che dimostrino in modo chiaro la riconducibilità della spesa al contribuente:
Anche se il pagamento è effettuato con una carta intestata ad un familiare (ad esempio un figlio o un coniuge), la detrazione spetta al soggetto che ha sostenuto la spesa, purché si dimostri che l’importo è stato rimborsato. In questi casi è utile allegare una dichiarazione sostitutiva che attesti il rimborso, oltre alla documentazione di supporto.
Per beneficiare della detrazione completa, è necessario conservare:
Dal 2022, per tutte le spese detraibili (ad eccezione di quelle sanitarie pagate in contanti presso strutture pubbliche o convenzionate), è obbligatorio il pagamento con mezzi tracciabili.
Il conto cointestato non impedisce al contribuente di usufruire della detrazione piena, ma è fondamentale dimostrare con chiarezza chi ha sostenuto la spesa. Documentazione corretta, pagamento tracciabile e coerenza tra fattura e dichiarazione dei redditi sono le chiavi per non perdere il rimborso Irpef spettante.