Con l’avvicinarsi della Legge di Bilancio 2026, prende forma una nuova misura di definizione agevolata dei debiti fiscali: la rottamazione quinquies, attualmente in discussione presso il Senato della Repubblica. Il provvedimento, promosso da iniziativa parlamentare, punta a offrire ai contribuenti uno strumento sostenibile per regolarizzare la propria posizione con il Fisco, soprattutto in caso di comprovate difficoltà economiche.
Il disegno di legge (n. 1375) è stato presentato il 27 novembre 2024 ed è entrato in discussione in Commissione Finanze del Senato a partire dal 25 febbraio 2025. L’obiettivo dichiarato è quello di superare i limiti delle precedenti “rottamazioni” e introdurre un meccanismo più equo, dilazionato e tollerante, rivolto ai contribuenti che si trovano in reali condizioni di fragilità finanziaria.
Rispetto alle edizioni precedenti, la proposta attualmente in esame introduce diverse novità:
Resteranno comunque esclusi alcuni debiti di natura particolarmente sensibile, come:
La nuova rottamazione sarà probabilmente selettiva, destinata solo a chi dimostri difficoltà economiche. L’accesso potrebbe essere vincolato alla presentazione dell’attestazione ISEE, al fine di modulare i criteri di ammissione e personalizzare i piani di pagamento.
La misura è pensata per coniugare sostenibilità fiscale e inclusione sociale, riducendo il rischio di default tra famiglie e imprese già gravate da altri oneri economici. Tuttavia, i criteri ufficiali di ammissibilità non sono ancora definitivi e potrebbero essere oggetto di revisione durante l’iter parlamentare.
Dal punto di vista delle finanze pubbliche, la rottamazione quinquies rappresenta un intervento economicamente rilevante, il cui impatto dipenderà dalla platea dei beneficiari e dalla reale capacità di recupero del gettito. Non mancano, però, osservazioni critiche:
L’inserimento della rottamazione quinquies nella Legge di Bilancio 2026 è stato confermato in più occasioni da esponenti governativi. Se il testo verrà approvato senza modifiche sostanziali, la misura potrebbe entrare in vigore già nel corso del 2025, consentendo ai contribuenti di aderire e regolarizzare i debiti accumulati negli ultimi ventitré anni.
Il percorso legislativo è ancora in corso e il testo definitivo potrebbe essere oggetto di emendamenti o revisione tecnica prima dell’approvazione finale.