Si riaccende il dibattito sull’obbligo vaccinale in Italia. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha rilanciato la proposta di abolire l’obbligo dei vaccini per i minori, mettendo in discussione il Decreto Legge n. 73 del 2017, conosciuto come legge Lorenzin. Un’iniziativa che arriva in concomitanza con le polemiche sul NITAG, l’organo tecnico che consiglia il governo in materia di immunizzazioni.
“Dubitare non è antiscientifico”, ha dichiarato Salvini, aprendo la strada a una possibile revisione della normativa vigente.
Ma cosa prevede oggi la legge? E cosa potrebbe cambiare in caso di abolizione dell’obbligo? Facciamo chiarezza.
La normativa, in vigore dal 2017, stabilisce che in Italia 10 vaccinazioni siano obbligatorie e gratuite per tutti i minori da 0 a 16 anni, al fine di tutelare la salute pubblica e prevenire epidemie.
Ogni tre anni il Ministero della Salute valuta se mantenere l’obbligo per questi ultimi quattro, in base alla copertura vaccinale e ai dati epidemiologici.
L’inadempimento dell’obbligo vaccinale comporta sanzioni economiche e limitazioni all’accesso scolastico, con differenze in base all’età del minore.
La legge prevede una fase di contestazione preventiva: se il ciclo vaccinale viene avviato entro i tempi stabiliti, la sanzione può essere annullata.
L’abolizione dei vaccini obbligatori, così come auspicato da Salvini, comporterebbe:
Tuttavia, la proposta rischia di generare divisioni politiche e dibattiti scientifici. La comunità medica ha più volte ribadito l’importanza dell’obbligo per garantire la copertura collettiva e proteggere i soggetti più fragili.
La proposta di Matteo Salvini riapre un tema delicato e fortemente divisivo: vaccinarsi deve essere un dovere o una scelta?
La risposta, se arriverà, passerà dal confronto tra diritto alla salute, libertà individuale e responsabilità pubblica.