Dal 1° luglio 2025 entra in vigore una riforma legislativa che segna una svolta decisiva nella tutela giuridica degli animali in Italia. Con la Legge n. 82 del 6 giugno 2025, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 16 giugno, viene riconosciuto per la prima volta il principio secondo cui gli animali sono esseri senzienti, capaci di provare dolore e sofferenza.
Le modifiche coinvolgono il Codice penale, il Codice di procedura penale e diverse leggi speciali, rafforzando in modo significativo il sistema sanzionatorio in materia di maltrattamenti, abbandoni e sfruttamento degli animali.
Un nuovo paradigma giuridico
La riforma supera il concetto di tutela “per sentimento umano” e riconosce gli animali come soggetti meritevoli di protezione in sé. Il titolo del Codice penale relativo ai reati contro gli animali viene riscritto per riflettere questa nuova visione.
Tra gli interventi principali:
- Art. 544-bis c.p. – Uccisione di animali: la pena passa da 4 mesi-2 anni a 6 mesi-3 anni, fino a 4 anni in caso di crudeltà o sevizie, con multe fino a 60.000 euro.
- Art. 544-ter c.p. – Maltrattamenti: reclusione da 6 mesi a 2 anni e multa fino a 30.000 euro, con aggravanti in caso di recidiva.
- Art. 727 c.p. – Abbandono di animali: ora punito con arresto fino a 1 anno o multa da 5.000 a 10.000 euro.
- Spettacoli e combattimenti tra animali: fino a 4 anni di carcere e fino a 160.000 euro di multa per organizzatori o partecipanti.
Nuove aggravanti e responsabilità per gli enti
La legge introduce anche l’art. 544-septies c.p., che prevede aggravanti specifiche nei seguenti casi:
- Il reato è commesso in presenza di minori;
- Sono coinvolti più animali contemporaneamente;
- L’atto è diffuso tramite video o immagini.
Le pene in questi casi possono aumentare fino alla metà.
Inoltre, i reati contro gli animali entrano ufficialmente nel catalogo dei reati presupposto del D.Lgs. 231/2001, comportando responsabilità amministrativa per enti e aziende, con possibili sanzioni interdittive, come la sospensione dell’attività.
Novità sul sequestro e l’affidamento degli animali
Con l’introduzione dell’art. 260-bis c.p.p., si stabilisce che gli animali sequestrati non possano essere abbattuti né ceduti durante l’iter giudiziario. È inoltre prevista la possibilità di affidamento anticipato a enti o privati riconosciuti idonei, anche prima della sentenza.
Stop alle catene: vietato tenere animali legati
Tra le disposizioni più significative, viene introdotto il divieto di tenere animali alla catena, salvo casi temporanei legati a necessità sanitarie. La violazione comporta una sanzione amministrativa da 500 a 5.000 euro, contribuendo a migliorare il benessere degli animali nella quotidianità.
Stretta sul traffico illecito di animali da compagnia
Infine, viene rafforzata la disciplina relativa al traffico di cuccioli e animali da compagnia importati illegalmente o in condizioni di maltrattamento. Le pene previste sono più severe e mirano a contrastare un fenomeno spesso sommerso.