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Comune di Sciacca

Una prima (di) Classe…,lo sfogo di un genitore

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera indirizzata alla nostra redazione da parte del genitore di un bimbo per il quale poche settimane fa, è suonata la campanella della scuola primaria. Abbiamo deciso di accogliere lo sfogo del genitore che lamenta metodi arbitrari e discutibili nella formazione delle classi perché condividiamo i principi e i valori ai quali dovrebbe tendere la scuola e ai quali fa riferimento il genitore nella sua personale riflessione e nei quali pensiamo che si riconoscono anche la maggior parte dei nostri lettori.

“Se è legittimo che i genitori diano tutto il supporto possibile ai propri figli nel processo di formazione, non è invece legittimo che intervengano o influenzino la formazione delle classi, scegliendo non solo insegnanti, ma anche compagni e quanti e quali.

Sta diventando una consuetudine talmente regolare da rischiare di passare come giusta, come l’unica possibile, come la norma insomma. E invece così non è. Vogliamo ricordarlo?

Cosa significa oggi realizzare un’istruzione pubblica?

Garantire una formazione per tutti e per ciascuno. Assicurando agli utenti, dai più piccoli ai più grandi, stesse opportunità di partenza pur nella complessità delle differenze.

Dunque oggi la Scuola, nel 2020, non può certo pensare di rivolgersi ad un ipotetico alunno standard, meno che mai formare una classe standard.

E invece?

Sì! Dove?

Probabilmente in molti luoghi a latitudini diverse, probabilmente no, ma nel nostro civilissimo territorio dai migliori principi e propositi pare ci si sia specializzando.

La selezione comincerebbe già dai primissimi ordini e gradi di scuola per continuare, manco a dirlo, fino ai banchi del Liceo.

Sempre nel nostro territorio dai migliori principi e propositi.

Vogliamo ricordarci cosa è la Scuola pubblica, cosa dovrebbero essere le classi di una scuola pubblica?

Una scuola che sia pubblica dovrebbe essere il riflesso della sua società, le sue classi dovrebbero essere un concentrato di intelligenze, storie, vissuti multipli e variegati.

E invece?

No! Volutamente, è chiaro.

E perché?

In buona fede risulta difficile pensare che davvero l’intento sia quello di formare una classe che emerga…o “d’elite” o “classevip”… o non so, lascio a voi libera espressione, contro altre che siano invece eterogenee, come è giusto che sia.

Non si può pensarlo perché dovrebbero poi immaginarsi insegnanti superficiali, per usare un eufemismo, o addirittura sconsiderati, per usarne un altro, insieme a genitori contenti di avere fatto così “il meglio” per i propri figli.

Ora, viene da chiedersi: davvero si può pensare che il meglio possa essere questo?”

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