Importanti novità per gli studenti che aspirano a una carriera nel settore medico e veterinario. A partire dall’anno accademico 2025/2026, l’accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria e Medicina Veterinaria avverrà con una modalità completamente rinnovata. Il decreto legislativo 15 maggio 2025, n. 71, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ha eliminato il test nazionale di ammissione, aprendo nuove opportunità agli studenti diplomati.
Il superamento del test d’ingresso non sarà più condizione necessaria per iniziare il percorso universitario. I diplomati potranno iscriversi liberamente al primo semestre dei corsi, ma per proseguire sarà necessario superare tutti gli esami previsti dal cosiddetto “semestre filtro”. Solo chi otterrà i crediti formativi universitari (CFU) previsti e si collocherà in una graduatoria nazionale di merito potrà accedere al secondo semestre.
L’obiettivo di questa riforma è promuovere inclusività e selezione basata sul merito, permettendo agli studenti di dimostrare le proprie capacità direttamente durante il percorso accademico.
Durante il primo semestre, gli studenti dovranno affrontare esami in discipline fondamentali come Biologia, Chimica e Fisica. Il superamento di questi esami darà diritto ai relativi CFU, che rappresentano il criterio principale per accedere alla graduatoria nazionale. Chi supera il semestre con tutti i CFU richiesti e ottiene un buon punteggio potrà accedere al secondo semestre in una delle sedi indicate in fase di iscrizione.
Gli studenti che non riescono a completare tutti i CFU richiesti non potranno accedere al secondo semestre. Tuttavia, le università conserveranno la facoltà di riconoscere parzialmente i crediti acquisiti, secondo la propria autonomia regolamentare. Ciò consentirà, ad esempio, un possibile reindirizzamento verso altri percorsi universitari.
La riforma si applica esclusivamente ai corsi di laurea in lingua italiana delle università statali. Restano esclusi i corsi erogati dalle università non statali, per i quali continuerà a valere la modalità di accesso con test d’ingresso.