Istruzione

Maturità 2026: addio alla scena muta, ora si rischia la bocciatura. Tutte le novità della riforma scolastica

Esame di maturità 2026: via libera alla riforma scolastica

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la nuova riforma della maturità, che segna un cambiamento epocale per gli studenti delle scuole superiori. Non si parlerà più di “esame di Stato”, ma si tornerà ufficialmente alla denominazione storica “esame di maturità”, accompagnata da importanti novità su prove, punteggi e valutazioni.

Uno dei punti più discussi riguarda il colloquio orale: da ora in poi, non sarà più tollerato il silenzio strategico da parte dello studente. Chi si rifiuta volontariamente di rispondere alle domande della commissione rischia l’esclusione immediata dall’esame e quindi la bocciatura.


Cosa cambia con la nuova riforma della maturità

Ecco le principali novità:

  • Nuovo nome ufficiale: l’esame torna a chiamarsi “esame di maturità”.
  • Commissione ridotta: da sette a cinque membri (2 interni, 2 esterni e il presidente).
  • Stop al documento finale: il colloquio orale non prevede più la discussione del documento conclusivo.
  • Quattro discipline scelte ogni anno: il colloquio verterà su materie definite a gennaio.
  • Niente scena muta: chi si rifiuta di rispondere o boicotta l’orale rischia l’esclusione.
  • Due prove scritte confermate: resta invariata la struttura delle prove scritte.

Valutazione più ampia e punteggi rivisti

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha evidenziato che la nuova valutazione considererà non solo conoscenze e competenze, ma anche:

  • Senso di responsabilità,
  • Crescita personale,
  • Partecipazione a esperienze sportive, culturali e sociali.

Inoltre, sarà possibile aggiungere fino a 3 punti bonus agli studenti che otterranno 97/100, avvicinando il sistema a quello universitario.

I risultati delle prove scritte non saranno più comunicati immediatamente: saranno rivelati solo al termine dell’orale, per evitare che influenzino il comportamento dello studente davanti alla commissione.

Anche i risultati delle prove INVALSI saranno inseriti nel curriculum solo a esame completato, senza valutazioni numeriche immediate.


Cambiamenti anche durante l’anno scolastico

La riforma tocca anche aspetti organizzativi e didattici del percorso scolastico:

  • Chi cambia indirizzo dovrà sostenere un esame integrativo prima dell’inizio dell’anno.
  • Previsti percorsi di supporto personalizzati nel biennio.
  • Introdotto un elaborato critico sulla cittadinanza attiva, valido solo per chi ha almeno la sufficienza in condotta.
  • I PCTO cambiano nome e diventano “formazione scuola-lavoro”.
  • Il modello “4+2” nella filiera tecnico-professionale diventa ordinamento stabile.

Gite scolastiche più sicure e risorse per i docenti

Attenzione anche alla sicurezza nei viaggi di istruzione: i mezzi dovranno rispettare standard più alti (frenata assistita, sistemi avanzati), dopo l’incidente mortale che ha coinvolto una docente lo scorso maggio.

Infine, previsti 240 milioni di euro per il rinnovo contrattuale e 15 milioni per estendere l’assicurazione sanitaria integrativa anche ai docenti precari.


Una riforma che punta a modernizzare la scuola italiana, valorizzando la responsabilità e il merito. E ora, con la scena muta a rischio bocciatura, prepararsi all’orale non è mai stato così importante.

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