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Supplenze brevi, stretta alle medie e superiori: obbligo per i presidi di usare docenti interni. Ecco cosa cambia

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Nella Legge di Bilancio 2026 cambia la gestione delle supplenze brevi: i dirigenti scolastici non potranno più chiamare supplenti esterni per assenze sotto i 10 giorni nelle scuole medie e superiori. Il personale interno dovrà farsi carico delle sostituzioni. Resta la flessibilità per la scuola primaria e il sostegno.

Una delle novità più discusse della Manovra 2026 riguarda il mondo della scuola. La nuova norma introduce una stretta significativa sulle supplenze brevi nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, cioè medie e superiori: per le assenze inferiori ai 10 giorni, non sarà più possibile chiamare docenti esterni, ma sarà obbligatorio utilizzare insegnanti già presenti nell’organico dell’autonomia.

👉 Il cambiamento riguarda l’articolo 106 della manovra e modifica la legge 107/2015 (“Buona Scuola”), trasformando un’opzione in un obbligo. I presidi “devono” provvedere alla sostituzione con personale interno, salvo eccezioni legate a motivate esigenze didattiche.


🎯 Risparmi, monitoraggio e Fondo per l’Offerta Formativa

La misura punta a razionalizzare la spesa pubblica, limitando l’uso delle supplenze brevi che ogni anno gravano sul bilancio statale. Il Ministero dell’Istruzione sarà tenuto a un monitoraggio quadrimestrale delle assenze del personale scolastico (docenti e ATA), con un’analisi dettagliata delle sostituzioni, costi e modalità di copertura.

💰 Gli eventuali risparmi ottenuti saranno destinati al Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (MOF), ma con un limite massimo del 10% dell’importo complessivo del Fondo stesso.


👶 Scuola primaria e sostegno: resta la discrezionalità

La novità non coinvolge la scuola primaria né i posti di sostegno, dove resta la possibilità per i dirigenti scolastici di scegliere se utilizzare personale interno oppure ricorrere a supplenti esterni per le brevi assenze. Una scelta motivata dalle peculiarità didattiche e organizzative di questi settori, in particolare per garantire la continuità educativa per gli alunni con disabilità.


⚠️ Critiche e timori: carichi di lavoro e precari a rischio

La riforma ha sollevato forti preoccupazioni tra i docenti e le organizzazioni sindacali. Molti insegnanti temono un sovraccarico di lavoro, dovendo gestire anche le ore dei colleghi assenti. Il rischio è quello di una riduzione della qualità dell’insegnamento, specie nelle scuole già in difficoltà con l’organico.

Ma a subire le conseguenze peggiori saranno i docenti precari, per i quali le supplenze brevi rappresentano spesso l’unica opportunità lavorativa. Con l’obbligo di ricorrere al personale interno, migliaia di supplenti rischiano di perdere incarichi e reddito.


📌 Cosa succede ora

Il provvedimento è stato trasmesso al Parlamento e sarà oggetto di discussione nel corso dell’iter di approvazione della Legge di Bilancio. Non si escludono modifiche o correttivi, ma intanto il mondo della scuola è in fermento, diviso tra chi vede in questa norma un’opportunità di maggiore continuità e chi teme ripercussioni negative su personale e didattica.

Giacomo Cascio
Giacomo Cascio
CEO Blue Owl s.r.l. agency - Editore Risoluto.it

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