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I partiti italiani filo-Putin

Non è un mistero ormai, oggi più di prima, che partiti di estrema destra e partiti populisti siano stati – o siano ancora – vicini a Putin. L’inchiesta riemersa sull’incontro segreto tra i leghisti e uomini del Cremlino per il sostegno russo al Carroccio ha fatto riemergere pericolose connessioni. Oggi riappare a galla la decisione delle regioni Lombardia, Veneto e Liguria – tre regioni del Nord leghiste – di riconoscere l’annessione illegale della Crimea da parte della Russia nel 2014.

All’epoca dei fatti la notizia fece scalpore essendo le uniche istituzioni democratiche ad avallare, oltre alle dittature di Corea del Nord, Nicaragua e Siria, l’atto di Putin di annettere in quel modo la Crimea. Una macchia rimasta fino ad oggi nella politica italiana e nella sua democrazia. Oggi hanno deciso di annullare la mozione pro Putin che le regioni leghiste avevano firmato.

Oggi i partiti cercano di ripulire il loro passato di vicinanza con Putin considerato da tutto il mondo occidentale un criminale di guerra per le atrocità che sta commettendo contro la popolazione civile. Insieme alla Lega, molto vicino al Cremlino e simpatizzante per la sua linea politica è stato – e i fatti di oggi mostrano ancora molte congruenze – il Movimento 5 Stelle.

Il M5S pro Putin: da no vax a no armi

Molti parlamentari grillini – ma anche ex grillini – manifestano idee complottiste sia sul Covid, sui vaccini, il green pass e ora sulla guerra e anche sull’Unione europea. Lo dimostrano i messaggi delle chat del M5S apparsi su Repubblica tra cui quelli dell’ex sindaca di Roma Virginia Raggi. I messaggi parlano di una «bulimia espansiva» dell’Europa «che smania per allargare la sua influenza verso Est anche a costo di prendere sottobraccio un’impresentabile Ucraina, un’Ue decisa a fare la guerra commerciale alla Russia anche a costo di imporle sanzioni che danneggiano le economie degli Stati membri, Italia compresa».

Una linea di pensiero simile a quella di Trump, Putin e Xi Jinping e la loro volontà di ristabilire l’ordine mondiale contrastando l’indiscussa supremazia occidentale guidata dagli Stati Uniti. Il Movimento 5 Stelle infatti nasce come Movimento anti europeista che puntava a sconvolgere la politica italiana opponendosi a tutto e facendo bastian contrario per ogni decisione del governo.

Dopo varie riforme, abbandoni e cambi di programma dal 2018 e dal governo giallo-verde il Movimento ha cercato di cambiare più volte la sua faccia. Ma alcuni lineamenti di base permangono. A riprova di ciò l’opposizione dei parlamentari al collegamento del presidente ucraino Zelensky e la dura opposizione all’aumento della spesa militare di questi giorni portando ad un duro scontro Draghi e Conte e rischiando di scatenare una crisi di governo.

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