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Agricoltura, padre Nuara: “E’ il funerale di un territorio”

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“L’unica immagine capace di rappresentare lo stato in cui versa oggi l’agricoltura riberese e dell’intero hinterland: e’ quella di un funerale”. Lo afferma il parroco di Ribera, don Antonio Nuara che torna ad alzare i toni e a richiamare l’attenzione sul settore agricolo che, tragicamente, sta morendo.

Secondo il sacerdote, la situazione rasenta l’assurdo, una “tragicommedia pirandelliana” fatta di promesse, incontri e tavoli tecnici che si susseguono da due anni senza produrre risultati concreti.

“Nel frattempo – scrive Nuara – la diga Castello e la traversa Gammauta restano vuote, nonostante le abbondanti piogge degli ultimi mesi. Le acque del Sosio e del Verdura continuano a scorrere indisturbate verso il mare, mentre gli agrumeti soffrono la sete”.

Gli agricoltori non sono rimasti a guardare. Insieme al sindaco di Ribera Matteo Ruvolo e al sacerdote che firma questo appello, hanno incontrato più volte il presidente della Regione Renato Schifani, l’onorevole Carmelo Pace, l’onorevole Margherita La Rocca, l’assessore all’Agricoltura e i rappresentanti dell’Autorità di Bacino e del Consorzio di Bonifica.

A Palermo una delegazione di produttori — accompagnata dallo stesso sindaco e dagli esponenti regionali — è stata ricevuta dall’assessore Sammartino. In quell’occasione gli agricoltori hanno mostrato i filmati girati poche ore prima per documentare lo stato reale dell’acqua negli invasi.

“Nonostante le rassicurazioni istituzionali – tuona padre Nuara – sul territorio non si muove nulla: gli invasi restano vuoti, le condotte continuano a perdere, le motopompe non vengono ripristinate e l’acqua continua a finire in mare. Una situazione che molti ritengono incomprensibile. O peggio: il sospetto diffuso è che qualcuno stia permettendo — o favorendo — la scomparsa dell’Arancia Dop di Ribera, fiore all’occhiello dell’agroalimentare siciliano. Un’ipotesi che, se vera, trascinerebbe con sé l’intera economia locale”.

«Se muore l’agricoltura, muore Ribera»: conclude don Antonio – di fronte a questa paralisi, cresce il malcontento e si fa strada la volontà di una protesta simbolica e clamorosa: un “funerale” dell’agricoltura riberese, per denunciare il disastro ormai imminente.

L’appello è chiaro: serve un intervento immediato, concreto, verificabile.
“Perché se l’agricoltura muore – aggiunge- con essa muore Ribera. E nessuno potrà dire di non essere stato avvisato”.

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