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Elezioni a Sciacca, tutti gli uomini del centrodestra

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Si procede a vista. Nessuna riunione programmatica nel centrodestra di Sciacca in settimana: tutto resta al momento, fermo nell’ambito delle coalizioni.

Dopo l’inizio della settimana precedente segnata dall’intesa raggiunta tra Ignazio Messina, candidato sindaco e le tre liste civiche “Sciacca 2022”, “Onda” e “Sciacca Terme Rinasce” e il secondo incontro di “Next” di Mizzica, questa settimana non si registrano nuovi avvenimenti politici di rilievo, a parte le dichiarazioni di Carmelo Burgio di tirarsi fuori dai giochi perché non fattibile quell’alleanza trasversale che aveva auspicato per una sua possibile discesa in campo. L’ex segretario generale si sarebbe messo alla prova dell’elettorato solo se a sostenerlo avesse trovato più forze e non solo i due partiti Pd e Forza Italia che in questo frangente appaiono più in difficoltà. Insomma, niente campo largo e niente “operazione Burgio”, ormai quest’ultima appare totalmente arenata.

La palla adesso sembra ripartire dal dibattito in corso nel centrodestra e nei veti incrociati che continuano ad aleggiare e a dettar la misura di alleanze e coalizioni che non riescono a trovare una quadra.

La lista “Sciacca al Centro” continua ad essere il pendolo della questione su un centrodestra allargato o meno a Forza Italia. Un no deciso ci sarebbe anche da qualche marinelliano, in verità, come l’ex consigliere comunale Giuseppe Milioti che non gradirebbe la presenza della new entry forzista Nuccio Cusumano. Dello stesso avviso anche l’ex assessore Salvatore Monte pronto perfino a rinunciare nel caso di una ritrovata intesa. Gli ultimi accadimenti di Mazara, la scelta in gran segreto del coordinatore cittadino Mario Turturici peserebbero ancora come un macigno nel gruppo “Sciacca al Centro”.

Rinunciando ad allargare a destra, “Fratelli d’Italia” in tal caso potrebbe allora optare verso un esclusivo trait d’union con le forze moderate di centro, l’Mpa di Roberto Di Mauro, l’Udc di Nicola Assenzo, la lista dell’ex sindaco Fabrizio Di Paola che sarebbe pronta ad esprimere sia la candidatura dello stesso o dell’ex assessore Salvatore Monte, quest’ultimo considerato anagraficamente più appetibile e in grado di sventrare fette di elettorato sia messiniano che mizzichino.

Il gruppo di Fratelli d’Italia porterebbe, invece, avanti la candidatura di Calogero Bono, già candidato nel 2017. E poi c’è la nuova presenza del deputato Matteo Mangiacavallo con “Diventerà Bellissima” che non ha mai escluso la corsa per palazzo di città e che ha già partecipato al tavolo del centrodestra sdoganando la sua presenza e che, secondo i più informati, avrebbe anche il beneplacito dell’attuale governatore Nello Musumeci, già nuovamente in corsa per le regionali di ottobre.

Ancora il Pd che, pagando lo scotto di forza di governo uscente, avrebbe trovato più porte chiuse. Per il gruppo dei dem, però, le liste da comporre sarebbero due: una con il simbolo e l’altra collegata. In estrema ratio, il candidato potrebbe essere anche solo di bandiera e chiamato a svolgere un mero servizio.

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