E’ stata una conferenza stampa dai toni forti e dalle accuse precise così come ci si aspettava quella tenuta dai 3 amministratori “licenziati” da Fabio Termine che hanno ripercorso i mesi trascorsi in amministrazione e soprattutto ricostruito i giorni “dello strappo”.
Non hanno, invece, fatto dichiarazioni i consiglieri comunali firmatari del documento politico che ha portato alla rottura. “Dodici giorni di silenzio – ha detto Valeria Gulotta riferendosi alle mancate risposte – sono tanti per una città figuriamoci per un partito”.
“Questo partito – ha detto Simone Di Paola – lo abbiamo fondato e vediamo chi ci sbatte fuori. Io da segretario provinciale ho scelto di venire in giunta, di metterci la faccia e fare l’assessore”. Valeria Gulotta ha affidato la sua narrazione dei fatti a uno scritto dove più volte ha lasciato trasparire l’emozione ma ha attaccato i modi del sindaco, il suo non rispondere al cellulare: “Sindaco – ha detto – spero che distolga il suo sguardo dal display e stavolta in fretta risponda e dia risposte alla città che ora attende. L’ho sempre difesa, ma ora non lo stimo più”.
Più breve l’intervento di Alessandro Curreri che siede ancora in consiglio comunale e che lì era già intervenuto. “Avrei voluto fare spettacolo – ha affermato Curreri – ma non mi e’ stato permesso”. Riguardo a futuro lo stesso ha detto: “Ora bisogna guardare al futuro e capire dove sta andando questa mezza giunta”. Più dura Valeria Gulotta:”Io non ho più fiducia nel sindaco, non lo stimo – ha tagliato – non riuscirei a tornare”. Più possibilista Simone Di Paola: “La questione è politica e deve essere il sindaco a dire cosa vuole fare”.



