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Comune di Sciacca

Mannino: “Di politica non parlo più, ma non chiamatela sindaca”

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Strano sentirsi rispondere da uno come Lillo Mannino, ex ministro, ex parlamentare, ex leone della Dc  che lui di politica ormai quasi non parla più.

Uno che quando governava il potere democristiano dei migliori anni, prima della chiusura dei seggi della sua potentissima macchina elettorale riusciva a canalizzare i voti in esubero verso candidati più deboli e amici.

“Posso solo augurare semplicemente – dice al telefono quando lo raggiungiamo per commentare insieme il dato elettorale saccense –  un buon lavoro al nuovo sindaco”.

A chi ha subito 14 anni di processi e che di politica ha vissuto e talvolta pure penato, giusto oggi è stato destinatario del rinvio a giudizio per le sue visite in carcere ad un altro protagonista dello scudo crociato che però al contrario di Mannino è stato condannato, forse, non appassiona più il commento politico.

E così Lillo Mannino, alla soglia degli ottant’anni, rifugge dai commenti, dalle opinioni su Sciacca e sull’ultima elezione.

All’ex ministro, però, un appunto non sfugge: “Non chiamatela sindaca. Non trattiamo sindaco come se fosse un aggettivo”.  Ed ecco che si aprono i ricordi del politico navigato e testimone della storia politica del nostro Paese: “Nilde Iotti – ricordo – riprendeva sempre tutti se qualcuno si azzardava a chiamarla presidentessa…”.

Per Mannino, quella variante al femminile della carica, è un vero e proprio oltraggio alla lingua italiana. Oltre a non commentare e a non parlare più di politica, Mannino, insomma, ora se ne frega anche della parità di genere linguistica imposta dalla Boldrini. Chiamatela pure “resistenza culturale”…

 

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