Nervi a fior di pelle nella seduta del consiglio comunale di Sciacca di ieri sera in un clima non per nulla disteso e da benvenuto ai tre nuovi assessori. La seduta ha retto giusto il tempo del dibattito politico per poi infrangersi tra il fuggi fuggi dell’aula con i consiglieri del Pd per primi ad annunciare di farlo e a trovare l’uscita.
Nel suo intervento d’apertura, il sindaco Fabio Termine ha svolto il compitino non cambiando il succo di quanto già aveva spiegato alla stampa al momento del giuramento dei tre nuovi assessori Termine, Cascio e Luna. Una ricomposizione senza i partiti e aperta alla società civile.
Durissimi gli interventi di Modica e Ruffo per il Pd, nella stessa lunghezza d’onda delle dichiarazioni dell’onorevole Michele Catanzaro nella stessa giornata. Per il primo il vero motivatore dell’incontro di Termine con il centrodestra è l’attaccamento alla poltrona, per il secondo: unica via le dimissioni del primo cittadino.
Ma i veri colpi di scena della serata sono arrivati dal centrodestra, entrato in aula con l’accusa di essere la stampella dell’amministrazione per via dell’incontro tra primo cittadino e alcuni consiglieri, e uscito con la nuova ombra di una mozione.
Su quest’ultimo punto chi ha mostrato di non avere alcun dubbio e’ stata Daniela Campione “Le mozioni di sfiducia – ha detto sibillina – non si annunciano, si fanno”.
Diretto, chiaro e fermo Calogero Bono che dopo aver elencato una serie di episodi a suo dire imbarazzanti sulle incapacità del sindaco, ha poi rivolto un appello al suo centrodestra ad uscire gli attributi.
Di fatto, l’ipotesi mozione di sfiducia è ricomparsa come tema in aula Falcone – Borsellino. “Potrei sostenerla – ha dichiarato Carmela Santangelo.
“Per tre anni e mezzo sono stato responsabile – ora ha detto Filippo Bellanca – non lo sarò più”.
“Perché non sono stato invitato alla riunione alla sede sportiva – ha chiesto con ironia Bivona?. Lei è un virus – ha poi aggiunto – che ha distrutto il Pd e che ora vuole distruggere il centrodestra”.
Con la prima carrellata di interventi, la seduta si sospende per consentire nel “retro dell’aula” ai consiglieri del centrodestra di riunirsi. Non lo facevano da anni.
Alla ripresa dei lavori e’ un’altra storia. Nessuno si sente di votare anche i debiti fuori bilancio, punti che era all’ ordine del giorno. Viene meno il numero legale. Termine non regge già la prima uscita con la nuova giunta: tutto da rifare.



