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In politica il mondo è decisamente piccolo: Ferrara ritrova Maglienti, Di Paola a denti stretti riabbraccia Messina e Turturici

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Dicono che in politica non c’è mai nulla di scontato, dove l’amico di oggi è il nemico di domani. E viceversa, naturalmente. Va da sé che suscita più di qualche riflessione l’imminente approdo del gruppo Ferrara-Messina-Turturici (e, ovviamente, a questo punto, Virginia Sammarco) nel lido del centrodestra. Chissà cosa pensa Fabrizio Di Paola di questa operazione. Con Mario Turturici furono già alleati nel 2012. Poi, però, le strade si sono divise. Perché Turturici avrebbe voluto che Di Paola azzerasse la sua giunta, che non avesse assessori “protetti”, che rilanciasse l’azione di governo a suo dire imbrigliata nei lacci e lacciuoli delle poltrone garantite. Di Paola ha tirato dritto, pagando il prezzo di un allontanamento che, diciamocelo pure, alla fine lo ha anche un po’ politicamente indebolito, facendogli perdere la maggioranza in Consiglio. Chissà cosa pensa Fabrizio Di Paola anche della pretesa del cosiddetto Quinto polo (in attesa di conoscere la denominazione ufficiale) di inserire, nel programma elettorale di Calogero Bono, la riapertura delle Terme di Sciacca. Come dire che il sindaco uscente non abbia fatto abbastanza? Bono, da sarto della politica, cerca di ricucire gli strappi del passato. Non a caso è riuscito a mantenere, nell’alleanza, anche Forza Italia i cui dirigenti, eppure, avevano detto che sarebbero rimasti solo a condizione che il candidato fosse ancora Di Paola. Chissà cosa pensa, ancora, Fabrizio Di Paola, dei commenti piuttosto velenosi di Ignazio Messina, che sulla sua decisione di non ricandidarsi ebbe a dire che “evidentemente non è convinto neanche lui di aver fatto bene”. Fabrizio Di Paola è uno che nella sua carriera politica di rospi ne ha ingoiati un bel po’. Probabilmente ingoierà anche questo. Perché alla fine il tentativo è quello di vincere queste elezioni amministrative. Con un’alleanza inattesa, utile sul piano dei numeri, ma politicamente tutta da ricostruire. E magari alla prima convention torneranno le strette di mano, i sorrisi e le pacche sulle spalle. Come quella tra Michele Ferrara e Lorenzo Maglienti, che dopo i fasti dell’Mpa si ritroveranno a braccetto nella nuova avventura firmata Calogero Bono.

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