Un piano straordinario, concentrato su pochi interventi di forte impatto, per investire al meglio i 2,4 miliardi di euro dell’avanzo di bilancio della Regione Siciliana. È questa la linea tracciata dal presidente Renato Schifani, intervenuto questa mattina all’hotel Astoria di Palermo, in occasione degli auguri di Natale di Forza Italia, davanti a una platea composta da deputati regionali, amministratori e dirigenti del partito.
Le risorse diventeranno disponibili dopo la parifica del rendiconto da parte della Corte dei conti. Schifani ha chiarito l’impostazione della futura manovra: “Non faremo laghetti, fiumiciattoli o rigagnoli. Sarà una manovra senza precedenti, basata su quattro-cinque misure d’impatto per la Sicilia. Non guarderò in faccia a nessuno”. Un progetto che il governatore guarda già in prospettiva, con l’obiettivo di presentarlo tra luglio e settembre del prossimo anno.
Durante l’intervento, Schifani ha ammesso di voler chiedere supporto tecnico, pur senza ricorrere a consulenze onerose: “Non sono un economista, chiederò consigli e mi avvarrò di consulenti a titolo gratuito. Conosco molte persone. Vi garantisco che la scommessa non sarà persa”.
All’incontro ha preso parte, in collegamento da Torino, il leader nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, mentre l’eurodeputato Marco Falcone, bloccato in autostrada per un incidente nei pressi di Enna, è intervenuto telefonicamente. Presenti anche l’ex ministro Totò Cardinale e alcune figure storiche del partito tornate attive, come Pippo Fallica, l’ex deputato Franco Mineo e il figlio Andrea.
Nel suo discorso, il presidente della Regione ha rivendicato i risultati dell’azione di governo: “Mi sto occupando della Sicilia con grandissimo sforzo e massima forza di volontà. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: crescono i dati economici, il rating e le entrate. Oggi le risorse finanziarie non mancano, il vero problema è spenderle, a causa di un sistema amministrativo e parlamentare farraginoso”.
Schifani ha quindi ribadito l’obiettivo di medio periodo: fare della Sicilia un territorio attrattivo per capitali e imprese.
“Nel giro di qualche anno la Sicilia non solo continuerà a crescere, ma diventerà un punto di riferimento per gli investitori nazionali e internazionali”.
Infine, il governatore ha richiamato i tre pilastri dell’azione dell’esecutivo regionale: gestione delle emergenze, a partire da crisi idrica e rifiuti; sostegno alle fasce più deboli; sviluppo economico. “Sulla crescita stiamo facendo più delle altre regioni – ha concluso – per la prima volta la Sicilia non è più il fanalino di coda del Paese. Ne siamo orgogliosi”.