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Comune di Sciacca

Sulla nuova rete ospedaliera è scontro politico. Al momento sembra piacere solo ad Alternativa Popolare

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“Capisco che a qualche politico che si lamenta questa rete ospedaliera non piaccia perché non può sistemare qualche amico primario”. È stato questo il tenore dell’attacco di oggi di David Emmi, che pur non essendo formalmente assessore alla Sanità è di quella che si occupa. Sostiene, l’esponente di quello che ieri si chiamava Ncd e oggi è Alternativa Popolare, che il documento finale firmato Gucciardi approvato dalla giunta Crocetta non ha affatto penalizzato gli ospedali riuniti di Sciacca e Ribera per due semplici ragioni. La prima riguarda la conferma del riconoscimento di ospedale “spoke”; la seconda è relativa al fatto che il Giovanni Paolo II e il Fratelli Parlapiano non sono stati depotenziati. Freddi numeri alla mano, Emmi fa notare che i posti letto previsti sarebbero addirittura aumentati (+16), e che le critiche di queste ore hanno la coda di paglia. Emmi ce l’ha col Movimento Cinquestelle ma, più o meno velatamente, con lo stesso Comitato civico per la Sanità. L’accusa è chiara: sulla rete ospedaliera farebbero politica cavalcando un malcontento che, tuttavia, a suo dire, non avrebbe ragione di esistere. “Anche se non sono stati istituiti nuovi reparti, l’offerta qualitativa e quantitativa è rimasta invariata”, spiega Emmi. Chiarendo anche che il declassamento della Chirurgia generale e dell’Urologia da struttura complessa a semplice è un errore che sarà corretto. La riduzione di posti letto in alcuni reparti è stata compensata dall’aumento in altri (per esempio ne sono stati istituiti 8 in astanteria, quella che serve l’area di emergenza. Prima non ce n’era neanche uno). Insomma: per Emmi chi critica questa rete ospedaliera dovrebbe ricordarsi che nella bozza precedente quelli di Sciacca e Ribera erano stati classificati come ospedali di base. E gli ospedali di base, normalmente, sono dotati di appena tre reparti.

“Contento Emmi, contenti tutti”. Così, però, ha ironizzato Matteo Mangiacavallo che, al pari del Comitato per la Sanità, ritiene che questa rete ospedaliera non può lasciare soddisfatti. “Il Governo ha fatto arrivare il documento in Commissione Sanità chiedendone l’approvazione in fretta e furia. Chiaro il motivo, dovevano far passare subito una rete ospedaliera assurda. Questo governo prima se ne va, meglio è per tutti”, ha detto Mangiacavallo. Il quale non è convinto della presunta bontà di questo progetto solo per il riconoscimento di “spoke”. D’accordo con lui anche il deputato di maggioranza Salvatore Cascio, per quale la programmazione della rete ospedaliera privilegia alcuni ospedali della provincia di Trapani (quella di appartenenza dell’assessore Gucciardi) a discapito di quelli di Sciacca e Ribera.

Insomma: è guerra di cifre sulla rete ospedaliera. Posti letto riveduti (al ribasso), nuovi reparti non istituiti, unità semplici rimaste tali (il caso dell’oncologia grida vendetta). Uno strumento che sta scontentando tre quarti di Sicilia. E un motivo ci sarà.

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