Politica

Termine “come l’orchestra del Titanic”, ieri sera in consiglio comunale più inviti a dimettersi

Tutti ieri sera hanno capito in aula che “il dialogo” al quale il primo cittadino continua a fare riferimento rispetto il Pd, ormai e’ compromesso e va in un’unica direzione. E’ stato lampante nel momento in cui si è aperta la fase di discussione generale sulla relazione annuale che poco prima il sindaco Fabio Termine aveva illustrato in venti minuti.

E’ stato il consigliere comunale del Pd, Gabriele Modica ad aprire gli interventi e il suo ha dato la misura del clima da “nave che imbarca acqua” che si è respirato per l’intera seduta.

“Assurdo” ha definito Modica l’atteggiamento del sindaco che ha parlato nella relazione di un grande lavoro portato avanti dall’amministrazione tranne poi revocare i tre assessori. “Assurdo, assurdo – ha continuato a ripetere – che lei non ha menzionato per i lavori pubblici l lavoro della Gulotta, per l’edilizia scolastica quella di Simone Di Paola che in soli sei mesi ha impresso grande qualità. Sindaco è assurdo così come e’ assurdo che lei li abbia revocati con una nota stampa, come è assurdo che il documento politico che abbiamo portato in aula sia stato letto come un affronto…Sindaco ma chi lo ha ricattato?”.

Ancor prima di Modica, Termine era stato pesantemente attaccato dai consiglieri di opposizione sui ritardi, le sanzioni e la mancata presentazione della relazione 2023-2024. Nella accesa contestazione con Calogero Bono e’ stato coinvolto anche il segretario generale Manlio Paglino. Termine ha dato le sue giustificazioni e poi ha provato ad attaccare: “E’ una legge folle – ha detto – la legge regionale che sanziona i sindaci dei piccoli comuni che hanno 1000 problemi ad amministrare e poi la stessa Regione non è solerte allo stesso modo per le 3000 inadempienze a suo carico”.

Nessuna apertura da quella parte del Pd che un tempo sosteneva il primo cittadino: Giuseppe Ruffo ha poi rincarato la dose del collega Modica rimarcando la necessità che il primo cittadino si dimetta prendendone atto. All’unisono ancora Daniela Campione. Duro poi l’intervento dell’ex assessore Alessandro Curreri che ha sottolineato che il suo posto resta vacante in giunta, ma lui continua a sedere in consiglio grazie alle centinaia di elettori mentre la collega Gulotta no.

Neanche a dirlo, le opposizioni in diversi interventi hanno rimarcato la fine del progetto politico Termine e la resa fallimentare del primo cittadino: Bono, Bivona, Maglienti, Cognata, Catanzaro, Bellanca.

“Sono contro i commissariamenti – ha detto Alberto Sabella al primo cittadino – ma se lei capisce che non ci sono i presupposti, stacchi la spina”.

L’unico consigliere rimasto tra le fila dell’amministrazione e’ Fabio Leonte che ha provato a smontare le accuse rimbalzate in aula: “Il mio avversario politico – ha detto – lo vedo tra i banchi dell’opposizione perché hanno idee politiche diverse dalle mie, ma non lo vedo tra i miei stessi banchi”. Poi ha dedicato parte del suo intervento a rimarcare “la gravita’ politica inaudita” del documento politico che ha aperto la crisi. “Questo – ha detto rivolgendosi a Modica- e’ stato l’inizio della fine”.

Termine nonostante la possibilità di replicare alla fine degli interventi, ha preferito non farlo.

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