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Caporalato e violazioni del decreto flussi: arresti nel Messinese

Avrebbero approfittato della vulnerabilità di lavoratori stranieri irregolari, costretti a turni massacranti di dieci ore al giorno per appena cinque euro l’ora, privi di pause e impiegati in condizioni igienico-sanitarie ritenute gravemente inadeguate sia nei luoghi di lavoro sia negli alloggi. È il quadro delineato dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, che accusa tre imprenditori del settore florovivaistico del comprensorio e un cittadino marocchino di 48 anni di aver messo in piedi un sistema di sfruttamento attraverso l’uso distorto delle procedure previste dal “decreto flussi”.

I carabinieri della Compagnia locale hanno eseguito per tutti gli indagati un’ordinanza di arresti domiciliari firmata dal gip su richiesta del procuratore Giuseppe Verzera. Le ipotesi di reato comprendono intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, oltre alla violazione delle norme in materia di immigrazione.

L’indagine, avviata dai militari di Terme Vigliatore, avrebbe fatto emergere l’arrivo clandestino in Italia di circa dieci cittadini tunisini in condizioni di grave necessità. Secondo gli investigatori, il 48enne avrebbe organizzato il loro ingresso dietro compenso, basandosi su richieste di assunzione fittizie presentate dagli imprenditori coinvolti.

La Procura ritiene inoltre che l’operazione sarebbe stata agevolata dal coinvolgimento dei responsabili di un patronato e di un centro servizi affiliato, che avrebbero predisposto – dietro pagamento – le pratiche necessarie all’impiego della manodopera, pur essendo consapevoli dell’irregolarità dei documenti.

Durante le perquisizioni eseguite negli uffici collegati agli indagati, i carabinieri hanno anche notificato due informazioni di garanzia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. In totale, sono dieci le persone attualmente sotto inchiesta.

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