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Classifica Smart City, bocciate le siciliane

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Human smart city index: e’ la classifica che da sei anni viene stilata per individuare l’impegno dei centri urbani a rendersi più a misura di cittadino. Una classifica che negli ultimi anni ha tenuto conto anche dell’impatto del Covid 19 che ha modificato profondamente le priorità e le abitudini degli italiani, con impatti considerevoli sui lavoratori e, di conseguenza, sull’evoluzione delle città.

Nella ricerca, la società che stila la classifica ha tenuto conto anche dei  comportamenti ecologici, alle competenze digitali dei cittadini e all’inclusione sociale, per analizzare più da vicino la risposta alla domanda di una città più a misura di persona.

Una smart city è un luogo in cui le reti e i servizi tradizionali sono resi più efficienti con l’uso di soluzioni digitali a beneficio dei suoi abitanti e delle imprese.

Una città intelligente va oltre l’uso delle tecnologie digitali per un migliore utilizzo delle risorse e minori emissioni. Significa reti di trasporto urbano più intelligenti, impianti di approvvigionamento idrico e di smaltimento dei rifiuti migliorati e modi più efficienti per illuminare e riscaldare gli edifici. Significa anche un’amministrazione cittadina più interattiva e reattiva, spazi pubblici più sicuri e un migliore soddisfacimento delle esigenze di una popolazione che invecchia.

Inutile sperare di trovare una siciliana nei primi posti in classifica.

Per trovare una città siciliana nella classifica, invece bisogna scendere alla 46ma posizione, occupata dal capoluogo Palermo, seguita da Ragusa (59), Catania (72), Messina (87), Siracusa (91), Trapani (100), Caltanissetta (101), Agrigento (103) e infine Enna, che occupa la posizione 107 su 109.

 Milano, Bologna e Torino salgono sul podio delle città a “misura di persona”.

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