Il caso dei fondi regionali bloccati continua a tenere banco in Sicilia, dove una burocrazia lenta e poco reattiva sta rallentando l’attuazione di numerosi provvedimenti. A lanciare l’allarme è stato lo stesso presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che ha definito la situazione “un semiscandalo”.
Schifani ha denunciato pubblicamente che 50 milioni di euro, già stanziati dalla Regione, risultano ancora bloccati a causa dell’incapacità di alcune strutture burocratiche di assumersi la responsabilità di decidere come destinarli.
“Nel 2024 abbiamo incassato oltre mezzo miliardo in più di entrate fiscali. Questo ci ha permesso manovre espansive a favore dell’occupazione – ha dichiarato – ma oggi siamo fermi per colpa di chi non decide”.
Tra le norme approvate ma non attuate per mancanza dei decreti necessari figurano quelle contro la diffusione del crack, i ristori per gli incendi e la seconda parte dei pagamenti già promessi. Anche i contributi all’editoria indipendente sono tra le misure congelate. Il malfunzionamento colpisce in particolare l’assessorato regionale all’Economia.
Sotto accusa è finito l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, descritto da alcuni come un “tappo” che rallenta l’iter attuativo delle delibere. Ma lui si difende:
“Non è vero che c’è un problema di coraggio o lentezza. Lavoriamo ogni giorno con grande impegno. Da gennaio ad oggi sono stati adottati molti provvedimenti. Io stesso – ha aggiunto – lavoro fino all’una di notte per trovare le migliori soluzioni”.
Il presidente Schifani ha assicurato il suo intervento personale per risolvere la situazione e sbloccare i fondi regionali. Tra le priorità, anche la possibilità di destinare una parte delle risorse alla grande impresa. Un segnale di responsabilità e trasparenza per evitare che l’immobilismo burocratico penalizzi cittadini, imprese e servizi essenziali.