La richiesta di arresto per Salvatore Cuffaro e per l’ex deputato regionale Carmelo Pace, insieme ad altri esponenti della sanità siciliana, riaccende le tensioni politiche a Palazzo d’Orléans e alimenta le critiche al governo regionale. A intervenire con toni durissimi è il Movimento 5 Stelle, che parla di “ennesimo colpo alla credibilità dell’esecutivo Schifani”.
A firmare l’attacco sono il coordinatore regionale del M5S e vicepresidente dell’Ars, Nuccio Di Paola, e il capogruppo pentastellato a Sala d’Ercole, Antonio De Luca, affiancati dalla deputazione nazionale del Movimento.
Secondo i 5 Stelle, le nuove vicende giudiziarie – pur riferite a indagini in corso e non a sentenze – si inseriscono in un quadro già compromesso dalle recenti inchieste che hanno coinvolto due assessori regionali, Sammartino e Amata, e il presidente dell’Ars Galvagno, esponenti di partiti che sostengono la maggioranza.
“Crediamo sia arrivato il momento – affermano Di Paola e De Luca – che il presidente Schifani prenda atto della situazione e tolga la spina a un governo che non ha prodotto risultati apprezzabili per i siciliani. Un esecutivo che ha affossato definitivamente la sanità e che continua a essere paralizzato da litigi interni per la spartizione delle poltrone”.
I vertici del M5S sottolineano di essere consapevoli che “non si è di fronte a una sentenza”, ma giudicano comunque “preoccupanti le troppe ombre che avvolgono il governo Schifani”, che ritengono ormai “delegittimato”. A loro avviso, le notizie giudiziarie degli ultimi mesi rischiano di “scavare un solco sempre più profondo tra cittadini e istituzioni”.
Intanto, il governatore Renato Schifani si è espresso sull’indagine: “La mia piena fiducia – ha detto – nell’operato della magistratura, che svolge con rigore e senso dello Stato il proprio compito di accertare la verità dei fatti. Gli indagati potranno dimostrare, nelle sedi opportune, la loro estraneità alle contestazioni mosse dalla Procura”.
“Quanto emerso stamattina dalla stampa – e’ il commento invece, di Ismaele La Vardera, il deputato regionale leader di Controcorrente lascia spazio a un quadro macabro e pericoloso della cosa pubblica. Sia chiaro, siamo garantisti e sicuri che procura e istituzioni faranno del loro meglio per portare alla luce la verità. Ma davanti a quanto emerso oggi su Cuffaro, Romano e tanti altri della Dc, Schifani non può di certo restare a guardare, il presidente della Regione deve necessariamente tutelare l’immagine della Sicilia e usare il pugno duro”.