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Operazione antimafia, fermato boss tramite Matteo Messina Denaro

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I carabinieri hanno dato esecuzione a sei provvedimenti di fermo di indiziato per altrettante persone accusate a vario titolo, di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata ai danni di operatori economici. Tra i fermati, oltre allo stesso Liga, ci sono Salvatore Farina, Claudio e Riccardo De Lisi, Giuseppe Sanzone, Rosaria Maria Liga.
Sono finiti in manette i nipoti del boss Giuseppe Scaduto, considerato capo del mandamento mafioso di Bagheria. Tra le figure di vertice di cosa nostra nella zona, per gli inquirenti, c’è Paolo Liga, accusato di avere organizzato le attività estorsive sul territorio. Proprio Liga avrebbe avuto la funzione di tramite tra la mafia palermitana e la figura del boss Matteo Messina Denaro.

L’indagine denominata “Legame” ha permesso di accertare l’appartenenza di alcuni degli arrestati a cosa nostra e di ricostruire estorsioni commesse da suoi.

Le indagini sono state supportate da servizi di osservazione, pedinamento e controllo e dal supporto dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Si tratta di personaggi che in passato avevano occupato ruoli apicali nel mandamento di Bagheria, e hanno permesso di accertare, secondo i carabinieri, l’appartenenza di alcuni degli arrestati di oggi alla famiglia mafiosa di Bagheria.

Sono state rinvenute pistole, fucili e mitragliette con matricola abrasa. Liga aveva anche la funzione di agevolare i contatti tra cosa nostra palermitana e trapanese e curava i contatti con il boss latitante Matteo Messina Danaro. Liga si sarebbe occupato anche della gestione delle estorsioni, coordinando costantemente le attività illecite degli altri affiliati arrestati nell’operazione, i fratelli Claudio e Riccardo De Lisi.

In particolare, le indagini hanno consentito di individuare i responsabili di una estorsione commessa a partire dall’aprile 2014 e fino a tutto il 2016, ai danni del titolare di una società operante nel settore della fornitura di servizi di sicurezza per locali notturni della zona.

Tra questi figurano Giuseppe Sanzone e Rosaria Maria Liga, sorella di Paolo e nipote di Scaduto. La donna ha partecipato attivamente alla raccolta illecita del denaro destinato, e al sovvenzionamento della latitanza del fratello Paolo Liga, che nel novembre 2015 si era sottratto alla cattura nell’ambito dell’operazione “Reset 2”.

Dalle indagini è emerso che Liga e i fratelli De Lisi avrebbero commesso un’estorsione ai danni di un intermediario finanziario di Bagheria, costretto a cedere la propria autovettura, perché gli estorsori pretendevano 50.000 euro.

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