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Primi casi anche in provincia di Trapani, intanto si stila un piano per garantire la continuità dei servizi sanitari in Sicilia

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Primi due casi di positività al coronavirus in provincia di Trapani. Si tratta di un 61enne che ieri sera è stato ricoverato all’ospedale Paolo Borsellino di Marsala con problemi di respirazione e che ora è stato trasferito all’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani. L’uomo, secondo le prime informazioni, sarebbe tornato in città dalla Lombardia.

Il secondo caso ad Alcamo e riguarda un uomo che si era recato a Pantelleria. Altri due casi di positività all’ospedale di Corleone e a quello di Caltagirone.
Intanto, nell’ambito delle misure di contenimento dell’emergenza Coronavirus, l’assessorato regionale alla Salute, su input dell’assessore Ruggero Razza, ha stilato un piano per garantire ai cittadini la continuità dei servizi sanitari. Negli ospedali potranno essere assicurate le prestazioni ambulatoriali con classi di priorità U (urgenti) e B (brevi), quelle relative ai pazienti oncologici o comunque ritenute indifferibili. Anche nell’ambito territoriale – sia pubblico che degli ambulatori specialistici accreditati – continueranno ad essere garantite le prestazioni ambulatoriali, incluse quelle domiciliari, con classi di priorità U e B, quelle riservate ai pazienti oncologici e le attività ritenute indifferibili. E’ fondamentale, specifica inoltre il piano, che vengano sempre assicurate le misure di contenimento del contagio e il rispetto delle distanze di sicurezza tra pazienti nelle sale d’aspetto, limitando anche il numero degli accompagnatori a una sola unità. Saranno garantite inoltre le prestazione riabilitative di natura indifferibile. In tutti i casi, prima di effettuare il trattamento programmato dovrà essere accertato che nell’ambito del nucleo familiare dell’assistito non vi siano soggetti rientrati dalle aree a rischio Coronavirus o persone che presentino sintomatologia riconducibile all’infezione. In tal caso, il trattamento dovrà essere sospeso. I centri dialisi dovranno continuare a erogare le prestazioni. Se un paziente dovesse risultare positivo al Coronavirus, è previsto dal piano un trasferimento presso strutture pubbliche dove verrà garantito il trattamento da parte della competente Unità operativa di nefrologia e dialisi. Continuano ad operare in regime ordinario i servizi di assistenza domiciliare integrata, i laboratori di analisi, che comunque dovranno garantire le misure di contenimento del contagio.

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